Con questa forte affermazioni e tante consapevolezze, ieri si è insediato presso la Comunità Montana Gelbison e Cervati di Vallo della Lucania (SA) presieduta da Carmine Laurito, il “Laboratorio Permanente” di conoscenza e analisi del preoccupantecalo demografico marcato e continuo, da cui i giovani “scappano”, che non può essere un tema periferico nel dibattito pubblico.
La richiesta di istituzionalizzare il Tavolo e renderlo asse portante di un nuovo percorso verso la riprogrammazione e l’ampliamento delle Aree Interne del Cilento, sono stati i temi per affrontare con urgenza un “nuovo welfare” per garantire l’assistenza e il benessere dei cittadini. E’ quell’Italia in cui i beni pubblici spesso sono malridotti, gli ospedali sono lontani, le scuole si svuotano, le persone che non vogliono scappare praticano un pendolarismo che ricorda quasi una forma di emigrazione, e i giovani preparano la valigia e cercano un altrove dove costruirsi una vita. Chi vive in queste zone avrà sempre più difficoltà concrete a rimanervi in futuro. A meno che non vengano portate avanti strategie efficaci, fatte di politica e cultura.
Ridurre la polarizzazionefra sistemi produttivi e sistemi naturali, fra società urbana e società rurale, è la via maestra da seguire per dare nuova linfa a vaste zone di territorio italiano per i quali la parola “spopolamento” non è soltanto una malaugurata prospettiva, ma un processo iniziato da tempo.
Ma la significativa e competente platea di giovani e associazioni presenti , ha dato il segno anche alle rappresentanze istituzionali presenti (Sindaci di Vallo della Lucania, Perito, Orria, Gioi Cilento, Ceraso, Moio della Civitella, Cannalonga, il Presidente della Comunità Montana Gelbison Cervati , Marcello Feola, Commissario del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, i delegat di Giovani e Turismo Pasquale Sorrentino e il Vice Presidente della Provincia di Salerno Guzzo, il Presidente della Commissione Aree Interne della Regione Campania Michele Cammarano), condividono la volontà di “ricominciare” a riallacciare i fili delle sfide. Le aree internerappresentano un’opportunità, da studiare e da esplorare. L’Italia nel Piano Nazionale di Riforma (PNR) ha adottato una strategia ambiziosa per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo ed i servizi di queste aree attraversofondi ordinari della Legge di Stabilità e i fondi comunitari.
Il professor Filippo Tantillo che ha introdotto i lavori in qualità di esperto di politiche del lavoro e dello sviluppo, lavora da più di 15 anni per la messa a punto di nuovi strumenti di ascolto del territorio e dei fenomeni sociali, ha messo in evidenza che, a fronte di cittadini che se ne vanno, si moltiplicano le tracce di nuovi arrivi, di persone portatrici di nuovi bisogni e speranze, ma anche di nuove mentalità e qualche volta di nuove risorse economiche. Persone giovani, con esperienza di lavoro e studio in luoghi lontani, e impegnate nella costruzione delle condizioni materiali della loro vita, nell’edificazione pioneristica di un nuovo territorio, come nuovi coloni, in luoghi dove scarseggiano le opportunità di lavoro. In molte di queste aree cittadini vecchi e nuovi sono stati in grado di organizzarsi, di promuovere una classe dirigente nuova in grado di contrastare i meccanismi che li condannano, e offrire una visione alternativa di futuro.
Il Cilento con le sue “eccellenze” riconosciute dall’UNESCO può definirsi un’area “in movimento”, in grado di darsi un’organizzazione minima di servizi anche facendo leva su risorse proprie, i propri cittadini, i propri talenti, sulle quali una nuova politica di welfare deve contare e investire.
Perché facciano da apripista per le altre nascenti. E’ quindi necessario “mappare” e raccogliere sui territori le dinamiche nate dalla collaborazione fra cittadini e amministrazioni, accompagnando quelle più promettenti, cooprogettando insieme a tutti gli attori istituzionali, supportandole, fornendogli competenze, stimolandone l’apertura verso l’esterno, trasformando i conflitti in laboratori verso nuove modalità di relazione fra istituzioni e cittadini.
All’insediamento del Tavolo Spopolamento proseguirà con Format Tematici su quanto emerso nella discussione per cui la perdita di popolazione sembra esser frutto più della mancanza dei servizi essenziali che dal mancato sviluppo economico in un’area dove sono stai riversati numerosi finanziamenti evidentemente mal gestiti in passato.
Per Domenico Nicoletti è un ribaltamento di prospettiva non da poco. Si tratta di implementare nuove e creative occasioni di lavoro e di mettere in piedi politiche di attrazione di nuovi abitanti a partire dai luoghi dell’innovazione della ricerca e della connettività che guarda allo smart working come nuove e qualificate integrazioni per far emergere i nuovi servizi in un luogo di ben-essere e qualità della vita. Quindi porre al centro i giovani e i nuovi migranti, immaginando politiche giovanili e di formazione mirate ed ecosistemi dell’innovazione emergenti (terza missione dell’Università), favorendo l’accesso al credito, lavorare per non perdere i legami con la comunità di giovani che va a studiare fuori, quindi politiche di ricucire le relazioni con le città, tenendo a mente che le aree interne non sono isole, così come non lo sono le città. E infine favorire il ritorno della fiducia nei luoghi, restituendo ai cittadini la sovranità di cui oggi, un po’ dappertutto, ma in maniera devastante nelle aree interne, dove registriamo proprio un deficit nella rappresentanza, si sentono espropriati”.