Cilento, solenni festeggiamenti per Sant’Antonio (Video, S. Antonio processione a Palinuro – 2017) - www.cilentano.it
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Cilento, solenni festeggiamenti per Sant’Antonio (Video, S. Antonio processione a Palinuro – 2017)

di Pasquale Martucci – Nel Cilento Sant’Antonio è un santo molto venerato: era celebrato la mattina presto con la benedizione delle “cente”; poi iniziavano i solenni festeggiamenti, con messe e imponenti processioni per permettere alla statua del santo di percorrere le vie di ogni paese; infine, la giornata proseguiva con mercatini, vendita di prodotti tipici e la sera con spettacoli pirotecnici e momenti canori e musicali. La particolarità di questa ricorrenza è che tantissimi paesi manifestano attestazioni di fede e devozione: Agropoli, Alfano, Altavilla Silentina, Angellara, Ascea, Battaglia, Bellosguardo, Caggiano, Camerota, Capaccio, Capitello, Casaletto Spartano, Casal Velino Scalo, Castelcivita, Castel Ruggero, Castinatelli, Ceraso, Lago di Castellabate, Licusati, Monte San Giacomo, Moio di Agropoli, Novi Velia, Ostigliano, Palinuro, Piano Vetrale, Polla, Prignano C.to, Roccadaspide, Sacco, San Rufo, Sant’Arsenio, Sassano, Torre Orsaia, Vibonati, Omignano Scalo.

Inoltre, sono tante le persone che sono battezzate con il nome Antonio. La festa di Sant’Antonio è legata ad importanti tradizioni, alcune delle quali ancora oggi vengono seguite. Tra queste si ricorda quella del pane: si portano ancora in chiesa delle rosette, che dopo la benedizione vengono divise tra i fedeli presenti. Si narra che un bambino di Padova, molto piccolo, fosse caduto ed annegato in una tinozza d’acqua. La madre pregò il santo di fare il miracolo: in cambio Sant’Antonio chiese di donare del pane ai poveri. La richiesta fu accettata dalla madre che vide miracolosamente resuscitare il suo figlioletto.

Fu così che nacque l’usanza di donare tanto pane quanto il peso di un bambino. In molte zone del sud Italia ancora si mangia il pane come segno di devozione per Sant’Antonio.

Nei posti di mare si racconta un altro miracolo. Alcuni pescatori furono coinvolti in una tempesta che non permetteva loro di far rientro a casa. La burrasca impediva ogni ricerca: quando i soccorritori ormai disperavano di trovarli in vita, ad un marinaio apparve una luce lontana che invitava a seguirla. Così furono trovati tutti i pescatori dispersi.

La luce miracolosa fu attribuita alla misericordia di Sant’Antonio. Ecco perché tra le forme devozionali in alcuni paesi marini c’è l’usanza di realizzare una processione per mare.

Al di là delle leggende, c’è da dire che questo santo è molto importante sia per la popolazione che per la Chiesa di Roma, legata in particolare alla vita e ai suoi insegnamenti.

Sant’Antonio nasce in Portogallo, a Lisbona, il 15 agosto 1195; figlio di genitori nobili fu battezzato con il nome di Fernando. A 15 anni entra nel Convento agostiniano di San Vincenzo fuori le mura di Lisbona. Nel 1220 ha i primi contatti con i frati minori di Assisi che si recarono in Portogallo. L’incontro è determinante per il suo percorso di fede; è indotto a lasciare gli agostiniani per far parte dei seguaci di Francesco d’Assisi: assume il nome di Antonio. Matura una forte vocazione alla missione e al martirio. Si reca in Marocco dove contrae una grave malattia; dopo qualche tempo rimpatria, prima va in Sicilia e dopo un paio di mesi ad Assisi per incontrare Francesco. Sarà un incontro significativo per la scelta vivere la fraternità e la povertà. Antonio è invitato a recarsi in Romagna, all’eremo di Montepaolo, vicino a Forlì, per dedicarsi alla preghiera e alla mediazione. Nel settembre 1222 si celebrano le ordinazioni sacerdotali. Secondo la leggenda Antonio sostituisce il predicatore che ha un impedimento e rivela le sue doti. Da quel giorno viene inviato nel nord Italia e nel sud della Franciaper predicare il Vangelo.

Sul finire del 1223 ad Antonio viene proposto di insegnare teologia a Bologna, compito che svolge per due anni, con l’approvazione di San Francesco. Riceve l’incarico di Ministro provinciale (guida delle fraternità francescane) del nord Italia (triennio 1227-1230). Antonio prediligerà la città di Padova e la piccola comunità francescana presso la semplice chiesa di Santa Maria Mater Domini. Le sue qualità di predicatore, insieme alla grande attenzione ai poveri e alla contemplazione in Dio, sono i suoi più importanti insegnamenti.

Le fatiche e un fisico provato lo condurranno alla morte il 13 giugno del 1231.

Un anno dopo la morte, la devozione dei padovani e la fama dei tanti prodigi compiuti convincono papa Gregorio IX a ratificare rapidamente la canonizzazione e a proclamarlo Santo il 30 maggio 1232, a soli 11 mesi dalla morte. La Chiesa poi nel 1946 dichiara sant’Antonio di Padova, forse per i suoi Sermones, “Dottore della Chiesa” col titolo di Doctor evangelicus.

Nel corso dei secoli, per motivi diversi, la tomba del santo è stata aperta e le sue reliquie spostate in varie occasioni. La prima ricognizione e traslazione avvenne l’8 aprile 1263, quando il suo corpovenne trasferito nella Basilica, costruita in suo onore. Nell’esaminare i resti mortali, prima di riporli in una nuova cassa di legno, ci si accorse che la lingua del Santo era intatta. Un’altra traslazioneavvenne il 14 giugno 1310, quando le sacre spoglie furono solennemente trasportatenella nuova cappella dedicata al Santo. Nel 1350 la sua mandibola fu posta in un prezioso reliquiario. Un’importanteindagine sui resti del Santo fu iniziata il 6 gennaio 1981, in occasione del 750° anniversario della sua morte. Una grande cassa di legno d’abete, avvolta in preziosi drappi, conteneva un’altra cassa più piccola in legno, dentro cui c’erano: lo scheletro, ad eccezione del mento; l’avambraccio sinistro e di altre parti minori (da secoli conservate in altri reliquiari particolari); la tonaca; la “massa corporis”, cioè le ceneri, in cui è stato individuato l’apparato vocale del Santo, a conferma del prodigio della lingua. I resti del santo furono poi ricomposti in un’urna di cristallo ed esposti alla venerazione dei devoti, che accorsero in 650.000. Alcuni reperti sono tuttora esposti nellaCappella delle Reliquie. Infine, nel febbraio del 2010per sei giorni oltre 200.000 fedeli hanno potuto venerare leSpoglie di Sant’Antonio, esposte nella Cappella delle Reliquie della Basilica del Santo.

(Notizie Ufficiali: Sant’Antonio di Padova – https://www.santantonio.org › …)

Approfondimenti: https://www.ricocrea.it/

Martucci Pasquale

Dott. Pasquale Martucci (sociologo) È un sociologo, iscritto ANS (Associazione Nazionale Sociologi) e ricercatore (perfezionamento in metodologia della ricerca qualitativa). Da alcuni anni gestisce il sito: http://www.ricocrea.it. Tra le sue pubblicazioni: Identità cilentana e cultura popolare; “Il sacro e il profano; Società, comunità, nuove generazioni; Re frasche re Santu Liu; Le comunità cilentane del novecento; Cilentanità; Del Cilento e del suo Genius Loci.

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