LA RIFORMA DELL’AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA INCIDE CON EFFETTI DIROMPENTI SU AUTOSTRADE, STRADE, FERROVIE, CHE CESSANO DI APPARTENERE AL DEMANIO STATALE ENTRANDO A FAR PARTE DEI SINGOLI DEMANI REGIONALI CON REGOLE DIVERSE. CI SARA’ UN’AUTENTICA BABELE NORMATIVA.
Nella riforma leghista, oltre al grottesco della frantumazione della politica estera e delle relazioni internazionali che le regioni dell’autonomia differenziata intendono gestire direttamente al posto dello Stato, c’è il ridicolo del trasferimento al demanio regionale di autostrade, strade, ferrovie.
Il ridicolo si coglie immediatamente nel fatto che, ad es., l’autostrada del sole, perduta l’unitarietà gestionale, si frazionerà in vari spezzoni, ognuno con una sua disciplina particolare. Così, al confine tra Lombardia ed Emilia, ci sarà il casello regionale emiliano che esigerà un pedaggio ipoteticamente diverso da quello pagato al casello lombardo d’ingresso e così via al confine con la Toscana, col Lazio, con la Campania, etc.
L’assurdo è che un’autostrada costruita con i proventi delle tasse pagate da tutti gli italiani, perderà la sua unitaria consistenza spezzettandosi in tanti tronchi, quante sono le regioni che attraversa, risucchiati nei rispettivi demani.
Lo stesso accadrà per le ferrovie che uscendo dal demanio statale saranno attratte nei vari demani regionali.
Quale sarà la sorte dell’ANAS? Il trasferimento delle strade dal demanio statale ai demani regionali ne mette in discussione le competenze ed il futuro. Lo stesso è per l’ANSFISA (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Autostrade). Si va, difilati, verso il caos.