Il 17 agosto, a partire dalle ore 20, sulla piazza di Cosentini, frazione collinare del comune di Montecorice, si svolgerà una serata tutta dedicata al Carnevale. Il titolo, “Carneluvaro mio – Cosentini e il Carnevale di una volta”, riprende quello del progetto che da qualche mese l’Associazione Euphòria sta portando avanti per il recupero della manifestazione carnevalesca tradizionale, quella che le generazioni più anziane ancora ricordano. La serata, patrocinata del Comune di Montecorice, prevede una tavola rotonda sul tema con degli esperti: Osvaldo Marrocco, direttore del Museo vivo della Maschkarata di San Mauro Cilento e tra gli organizzatori della manifestazione carnevalesca sammaurese; Pasquale Martucci, studioso delle tradizioni locali particolarmente interessato, a livello di analisi sociologica, al tema dell’identità cilentana. Al confronto con gli esperti seguirà l’incontro con “le nostre fonti”. “Non abbiamo documenti scritti per una storia del Carnevale locale”, spiega Nunzia Di Rienzo, moderatrice della tavola rotonda e tra gli organizzatori della serata. “Le nostre uniche fonti sono gli anziani che hanno vissuto la festa nella loro gioventù. Il loro contributo è alla base stessa del progetto e desideriamo che i partecipanti sentano dalla loro viva voce i loro racconti e possano interagire con loro, porre loro domande”.
Ma la serata non mancherà di riservare sorprese e momenti di divertimento; in particolare, verrà rimessa in scena per l’occasione la Ballata di Zeza, uno dei momenti centrali del Carnevale. Una divertente rappresentazione di un matrimonio ostacolato, i cui protagonisti sono Pulcinella e sua moglie Zeza, la loro figlia Vicenzella e il di lei spasimante Don Nicola. In virtù dell’idea di Carnevale come capovolgimento dell’ordine delle cose, i personaggi femminili, Zeza e Vicenzella, sono interpretati da attori uomini, mentre sono donne a celarsi dietro la maschera dei personaggi maschili. “Ci saranno altre sorprese e altre presenze mascherate ad accompagnarci”, assicura Filomena Chiariello, presidente di Euphòria. “Perché Carnevale è anche questo: è festa, è improvvisazione, è divertimento”.
Il progetto, ideato nel mese di gennaio 2023 dall’associazione Euphòria, ha portato a una prima tappa importante, il 21 febbraio scorso, Martedì Grasso, quando il “Carnevale di una volta”, con le sue maschere e i suoi rituali, è stato rimesso in scena per la prima volta dopo anni. Molte delle iniziative che Associazione Euphòria ha in programma sono incentrate sul recupero di tradizioni locali che rischiano di andare perdute con la fine delle generazioni più anziane, nella consapevolezza dell’impoverimento che risulterebbe da questa perdita per la cultura e l’identità del territorio. “Alla base di questo recupero – ribadiscono dall’Associazione – vi è il confronto costante tra generazioni. Un confronto che si basa sul dialogo (da cui la tecnica preferita dell’intervista libera) e che si trasforma in un arricchimento anche personale per chi lo vive e in un modo per ridare agli anziani una centralità che troppo spesso viene loro negata”. Carnevale rappresenta un primo tassello di questo progetto più ampio. “Siamo partiti dal Carnevale – spiegano – per la sua natura di festa popolare, di festa del popolo. Una tradizione di questa portata non doveva perdersi. Era esattamente questo il rischio che si correva, col passare del tempo e la fine delle ultime generazioni che al Carnevale tradizionale avevano partecipato davvero”.