Non è chiaro quando la detta cappella abbia acquisito la titolarità del santo orientale e padre del deserto Antonio, ma nulla vieta, come asserisce Vittorio Bracco, che essa fosse già presente prima del 1270. A tale data, invece, rimonta la presenza del Casale di Sant’Antonio de Arata, al quale fa riferimento un documento conservato all’ASSa, risalente al 1798 (cfr. V. Lucherini, Note preliminari sugli affreschi della Cappella di Sant’ Antuono di Polla, s.d., Laveglia ed.). Il Casale sorgeva sul territorio dell’antica Rustillanum o Rustillianum (il suffisso latino um finale indica il possesso e quindi di Rustilio o Rustillo). Area questa di cui abbiamo traccia in un atto del 1086 (cfr. C. Carlone, I principi Guaimario e i monaci cavensi nel Vallo di Diano, in <<Archivi e Cultura>>, X, 1976, pp. 47-60). Se pur nei documenti non si menziona espressamente la cappella suddetta non vi è dubbio alcuno, però, che, la descrizione del sito urbano lasci supporre che, l’ubicazione attuale coincida con l’originaria ubicazione (cfr. G. Vitolo, Organizzazione dello spazio e comuni rurali. San Pietro di Polla nei secoli XI-XV, Salerno 2001(2^ ed. ampliata e aggiornata), p. 30. La foto è di G. A. 5/01/2023; il disegno è di C. Giardullo, penna a inchiostro su cartoncino, 2022.
Il Prof. Beppe Onramado e’ il Direttore del MuMont, il Museo Civico Etno-Antopologico di Montesano sulla Marcellana – info