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Cambiamento climatico e specie ittiche aliene nei mari italiani

I mari si stanno scaldando. Le creature che li popolano migrano verso lidi più freschi. Nuovi arrivati prendono il loro posto, portando scompiglio tra gli abitanti autoctoni. È la cronaca di una convivenza forzata, scritta nel linguaggio universale delle correnti e delle maree. Comprendere la complessa rete di interazioni tra questi popoli ambulanti è la chiave per prevendere il loro futuro. E il nostro. Perché da quelle profondità dipende buona parte del cibo che finisce sulle nostre tavole. Un declino incontrollato della biodiversità marina sarebbe una catastrofe ecologica dalle vaste ripercussioni. Monitorare la fauna ittica su larga scala permette di osservare in diretta gli effetti del climate change. È un termometro impietoso, che segna temperature sempre più torride. Sta a noi leggere quel mercurio impazzito, prima che sia troppo tardi. Prima che l’ultimo pesce abbia nuotato verso acque più ospitali, abbandonando i mari che un tempo chiamava casa.

peschereccio mare
peschereccio mare

Effetti del cambiamento climatico sui mari italiani

L’acqua si fa più calda, il sale si dissolve. Sono i primi segnali di un profondo cambiamento in atto sotto la superficie. Con l’aumentare delle temperature, interi ecosistemi marini entrano in ebollizione. Il riscaldamento globale agisce come un fornello che lentamente porta a bollore un’immensa pentola, facendo migrare le specie verso lidi più ospitali. I nuovi “ingredienti” che si aggiungono modificano irreparabilmente il sapore del brodo, con effetti difficili da prevedere. L’acidificazione è il sale che accentua il gusto amaro di questa minestra impazzita. Absorbendo anidride carbonica, gli oceani diventano più acidi e corrosivi per molte forme di vita marine. Conchiglie e coralli si sgretolano, lasciando esposti gli abitanti di queste fragili dimore. È un lento declino, i cui effetti si dispiegheranno nell’arco di generazioni. Tuttavia, alcuni segnali sono già lampanti, come la tropicalizzazione del Mar Mediterraneo. Meduse, pesci palla e altre creature un tempo estranee a queste acque hanno ormai assunto piena cittadinanza, a discapito delle specie native. Il riscaldamento globale ha acceso i fornelli sotto gli oceani del mondo. Sta a noi, collettivamente, abbassare la fiamma o spegnerla definitivamente. Prima che la nostra zuppa ittica preferita sia ridotta a un brodo imbevibile.

Impatto delle specie ittiche aliene invasive

Sono arrivati alla chetichella, in punta di pinna. Hanno nuotato indisturbati, conquistando fette sempre più ampie di territorio. Ora sono di casa, mettono su famiglia, reclamano i loro spazi vitali. La pacifica convivenza iniziale sta diventando un corpo a corpo senza esclusione di colpi. Le specie aliene invasive sono i nuovi predatori dei mari italiani. Fortemente aggressive e prolifica, la loro presenza ha effetti destabilizzanti sugli ecosistemi locali. Entrano in diretta competizione con le specie native per risorse limitate come cibo e spazi riproduttivi. Il risultato è una rarefazione delle creature autoctone, che non riescono a tenere il passo con il ritmo forsennato impresso dai nuovi arrivati. In pochi anni il quadro cambia radicalmente: gli equilibri consolidati da millenni di evoluzione vengono stravolti da questi famelici colonizzatori. Pesci, crostacei, meduse: la varietà di forme è vasta, accomunata da un’invadenza senza precedenti. Come un temibile esercito, avanzano coprendo ogni anfratto e privando le popolazioni native del loro spazio vitale, fino alla resa.

granchio blu 1
granchio blu 1

Casi studio

Hanno nomi strani, venuti da lontano. Sono i protagonisti di storie a metà tra realtà e leggenda, nate altrove ma ambientate nei nostri mari. Sono gli alieni da copertina, le facce più note dell’invasione silenziosa che sta cambiando il volto dei nostri fondali. Il pesce palla maculato è uno di questi personaggi, con la sua livrea vistosa e i suoi tremendi morbi, che possono mandare all’ospedale malcapitati bagnanti. Ha fatto capolino dal canale di Suez, attratto dalle tiepide acque del Mediterraneo. Il pesce scorpione è un altro famelico conquistatore, che non si fa scrupoli a divorare le uova delle specie autoctone. La sua puntura è temuta quanto quella del suo omonimo terrestre. Rapidissimo nei movimenti, non perdona.

Infine, il granchio blu. Ha invaso le coste adriatiche come un’orda barbarica, mangiando e distruggendo tutto ciò che trova sul suo cammino. È onnivoro, prolifico e praticamente indistruttibile. Una macchina perfetta per colonizzare nuovi territori. Sono solo alcune delle tante facce di questa silenziosa invasione. Storie di adattamento estremo alla conquista di nuovi mondi: il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro. Se non interveniamo per tempo. È una vera e propria invasione aliena quella che si sta consumando sotto la superficie del mare. Un veloce braccio di ferro che vede per ora prevalere gli “invasori”, decisi a imporre regole e gerarchie tutte nuove in questa terra di recente conquista.

Agire prima che sia troppo tardi

I mari italiani sono in ebollizione per colpa del riscaldamento globale. Vecchi equilibri saltano, nuovi invasori conquistano spazi e risorse. Il futuro dei mari italiani è nelle nostre mani. Agiamo, prima che sia troppo tardi.

renato leproux

Ha svolto un lavoro trentennale presso il Ministero della Difesa. Fin da bambino ha vissuto nel Cilento, da grande si e' imposto di divulgare la bellezza mozzafiato di questi luoghi intrisi di leggenda ed incorniciati dalla natura ancora selvaggia ed incontaminata.

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