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Busta paga: Bonus 100 euro dal primo gennaio (a chi spetta)

Cambiamenti in arrivo nelle buste paga dei dipendenti con reddito da pensione, fino a 15.000 euro e superiore a 28.000 euro. Con le nuove aliquote Irpef e la relativa modifica del sistema di calcolo, l’ex bonus Renzi verrà erogato a una fascia specifica di lavoratori, garantendo incentivi finanziari a tutti coloro che si trovano in condizioni economiche non particolarmente facili. Ecco le nuove condizioni e i limiti del trattamento integrativo.

Bonus 100 euro: cos’è e a chi spetta

Dall’1 gennaio 2024 cambiano le condizioni per ricevere in busta paga il bonus 100 euro, o ex bonus Renzi, erogato ai lavoratori dipendenti. Con la nuova Manovra di Bilancio il contributo, pari a un massimo di 1200 euro all’anno (100 euro al mese), messo a disposizione dallo Stato ma anticipato in genere dal datore di lavoro o ottenuto sotto forma di rimborso a fine anno, presenta alcune sostanziali modifiche di calcolo. Chi ha un reddito fino a 15.000 euro annuali ha diritto all’intero trattamento integrativo, se è pari a 28.000 euro è solo parziale, mentre chi supera tale limite non avrà accesso al bonus.

Tutti i beneficiari del bonus 100 euro

Rispetto agli anni precedenti, l’ex bonus Renzi è in grado di offrire maggiore supporto ai percettori di reddito assimilato e ai lavoratori dipendenti, interessando:

  • chi si trova in cassa integrazione
  • i soci di cooperative
  • i tirocinanti e gli stagisti
  • i lavoratori con contratto Co.co.co oppure a progetto
  • i percettori di una borsa o di un premio di studio
  • i sacerdoti
  • i disoccupati agricoli e in regime NASpI e DIS-COLL
  • le lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio e gli uomini in congedo di paternità
  • chi svolge lavori socialmente utili
  • gli addetti della Pubblica Amministrazione
  • gli amministratori comunali
  • i revisori di società

Il bonus non spetta alle categorie dei pensionati, dei lavoratori autonomi e a tutti coloro che non soddisfano i requisiti minimi secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 3 del 5 febbraio 2020. Questa importante esclusione ha lo scopo di concentrare il sostegno economico a chi ne ha davvero bisogno, distribuendo le risorse in modo che siano conformi alle esigenze dell’attuale contesto economico e sociale.

Come cambiano i calcoli per il bonus 100 euro

La recente Manovra di Bilancio ha introdotto alcune modifiche al precedente calcolo dei redditi, stabilendo nuove condizioni e limiti per avere accesso all’ex bonus Renzi di 100 euro. Tali cambiamenti sono stati resi necessari a seguito dell’introduzione delle due aliquote Irpef che prevedono, a partire da gennaio 2024, l’accorpamento dei primi due scaglioni sotto l’aliquota unica del 23% per redditi fino a 28.000 euro.

Ciò comporta, inoltre, un incremento della no tax area per i lavoratori dipendenti che passa da 1.880 euro a 1.955 euro a cui deve essere sottratto un importo pari a 75 euro, rapportato ai giorni di lavoro effettivi. Questa nuova modalità di calcolo, basata sulla differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda,​​​​ evita che le aliquote possano causare una decurtazione di 100 euro nella busta paga a chi fa parte della fascia di reddito compresa tra gli 8.174 euro e gli 8.500 euro.

Nello specifico, le detrazioni che vengono considerate nel calcolo includono i familiari a carico, le spese sanitarie, i costi sostenuti per eseguire dei lavori in casa (dall’ammodernamento degli impianti, alla riqualificazione energetica fino alle ristrutturazioni parziali o integrali), i mutui per l’acquisto della prima casa e quelli agrari, le erogazioni liberali e i redditi da lavoro dipendente e assimilati. Pertanto, chi non rientra nelle condizioni suddette potrebbe perdere qualsiasi diritto sul trattamento integrativo in busta paga.

redazione

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