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Area Archeologica di Paestum: nuove importanti scoperte

Il templio greco, nascosto fra i ruderi delle antiche mura della città greca di Paestum, portato alla luce nel 2019 grazie al paziente ed instancabile lavoro degli esperti, ha svelato inaspettate meraviglie: ben sette maestose teste di toro emergono dall’oblio per stupire gli occhi dei visitatori, mentre un enigmatico altare custodisce nelle sue pietre boschetti perfettamente conservati atti a raccogliere liquidi sacrificali. E non è tutto! Centinaia di ex voto con immagini vivide e suggestioni senzatempo attendono solo voi per svelarvi i segreti più reconditi della civiltà greca.

da Facebook: “A Paestum stanno rivelando grandi sorprese i lavori per riportare alla luce un nuovo tempio greco rinvenuto lungo le mura ovest della città antica: le numerose scoperte stanno cambiando la storia conosciuta dell’antica Poseidonia. Il tempio dorico con il basamento in pietra e la cella che ospitava la statua della divinità, le decorazioni in terracotta dipinta del tetto con i gocciolatoi a forma di leone, una straordinaria gorgone, una commovente Afrodite. Ma anche sette stupefacenti teste di toro, l’altare con la pietra scanalata per raccogliere i liquidi dei sacrifici e centinaia di ex voto tra cui spiccano le immagini di un eros a cavallo di un delfino che la fantasia potrebbe rimandare al mitico Poseidon, il dio che ha dato il nome alla città

Straordinaria è anche la gamma di oggetti rinvenuti nello spazio che separa la facciata dell’edificio dall’altare, statuette in terracotta con volti di donatori o divinità di cui 15 raffiguranti il piccolo Eros che cavalca un delfino, templi e altari in miniatura.

D’Angelo ancora racconta che sembrano essere stati posti a terra con devozione, “come in un rito di chiusura” quando il tempio, che era ancora in uso nel periodo lucano, andò in disuso con l’arrivo dei Romani nel 273 a.C.

“E’ il più piccolo tempio periptero dorico che conosciamo prima dell’età ellenistica, il primo edificio che a Paestum esprime pienamente il canone dorico”, spiega Gabriel Zuchtriegel, l’ex direttore di Paestum oggi alla guida di Pompei che ha appena dato alle stampe un corposo studio sull’architettura dorica. “Quasi un modello in piccolo del grande tempio di Nettuno”, che appunto doveva essere in costruzione, “una sorta di missing link tra il VI e il V secolo a.C.”.

redazione

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