Finalmente una boccata d’aria fresca per gli automobilisti italiani. Il 21 marzo è stato approvato un nuovo decreto che pone dei paletti all’utilizzo degli autovelox, quelle maledette macchinette per la rilevazione della velocità tanto amati dai Comuni quanto odiati dagli automobilisti. Un provvedimento che giunge al termine di un percorso accidentato, fatto di battaglie, proteste e una sorta di tiro alla fune tra il Ministero dei Trasporti e gli enti locali.
L’obiettivo dichiarato è quello di rendere l’impiego degli autovelox più rispondente alle effettive esigenze di sicurezza stradale, troppo spesso messe in secondo piano rispetto alle esigenze di cassa di molte amministrazioni comunali. Vediamo le novità principali:
Addio agli autovelox sotto i 50 km/h in città
Una delle modifiche più attese, e di buonsenso, riguarda i centri abitati. Il decreto stabilisce che non si potranno più usare gli autovelox per sanzionare limiti di velocità inferiori ai 50 km/h. Una decisione che porrà finalmente fine all’odiosa pratica di alcuni Comuni di fare cassa facile multando con questi dispositivi anche le minime infrazioni, spesso con modalità peraltro contestate dagli automobilisti.
Posizionamento consentito solo in zone critiche
Il decreto inoltre circoscrive il posizionamento degli autovelox fissi, mobili o installati su veicoli alle sole aree ad alto tasso di incidentalità, dove spesso non è possibile la contestazione immediata delle violazioni. Via libera quindi alla loro rimozione da tutti quei tratti dove in realtà rappresentano più un capriccio delle amministrazioni che una reale necessità di sicurezza.
Limiti e distanze di sicurezza per le strade extraurbane
Regole ferree anche per le arterie extraurbane principali come statali e raccordi autostradali. Qui gli autovelox potranno essere utilizzati solo se il limite imposto è di almeno 90 km/h (su un massimo di 110 km/h). E dovrà esserci una distanza minima di 1 km tra il segnale del limite ed il dispositivo, oltre a distanze minime tra gli autovelox per evitare l’effetto “trappola” tanto temuto dagli automobilisti.
Maggiore visibilità per gli autovelox mobili
Uno degli aspetti più criticati degli autovelox montati sui veicoli civetta in movimento è stato l’effetto “cassonetto”, ovvero la loro scarsa visibilità che ha portato a numerose contestazioni e polemiche negli anni. Il decreto prevede che possano essere usati solo nei casi di effettiva necessità legata all’impossibilità di installare postazioni fisse o mobili, e che siano sempre ben visibili agli automobilisti con adeguato preavviso.
Un passo avanti dopo anni di battaglie
Non c’è dubbio che si tratti di un passo avanti importante per ridare equità, trasparenza e credibilità all’uso di questi dispositivi, dopo anni di contenziosi, ricorsi e proteste da parte di associazioni di automobilisti e semplici cittadini. Un risultato reso possibile anche grazie alla pressione di enti locali come ANCI e UPI, molte delle cui istanze sono state finalmente recepite nell’attuale decreto.
Con questo provvedimento si compie un cammino di buonsenso verso un’applicazione più ragionevole e condivisa degli autovelox, strumenti che dovrebbero essere realmente funzionali alla tutela della sicurezza e non rappresentare un sempre più stantio e insidioso espediente per fare cassa a danno dei cittadini.