DEL CILENTO E DEL SUO GENIUS LOCI EPISTEMOLOGIA DI UN TERRITORIO TRA TRADIZIONE E CAMBIAMENTO.
Una scrittrice, Antonella Casaburi, incontra il sociologo Pasquale Martucci, per discutere del suo ultimo volume: “Del Cilento e del suo Genius del suo Loci. Epistemologia di un territorio tra tradizione e cambiamento”. Renato Leproux (Cilentano.it) realizza un documentario in cui, tra parole e immagini, si esaltano le risorse e le bellezze di questo territorio.
Una delle modalità di studiare il territorio è realizzare un parallelismo tra tradizione e cambiamento, per far immergere il lettore nel passato, nelle tradizioni, nella cultura popolare che hanno fondato la storia e consolidato l’identità, la cilentanità. Per fare ciò, occorre considerare l’immaginario sociale, il Genius loci, di cui si riferisce nel titolo, lo spirito, l’anima, l’atmosfera che si respira, ma anche i colori, gli odori, i suoni, il linguaggio della popolazione, il silenzio.
Il volume, che nella parte introduttiva considera i riferimenti epistemologici per la comprensione e la conoscenza dell’intera area, è strutturato in tre parti: la prima riguarda gli sviluppi storici che hanno determinato una specifica identità; la seconda si sofferma su quell’immaginario sociale, a partire dai miti e dalle forme rituali; la terza, attraverso i concetti di comunità ed identità, si prefigge il compito di condurre il lettore alla conoscenza delle risorse ed alla sua fruizione. La parte conclusiva è una riflessione sui soggetti che vivono le comunità, e su come la loro azione possa contribuire a tracciare possibili sviluppi.
Tratto dal volume:
Mi sono interessato, insieme ad Antonio Di Rienzo, di approfondire un concetto: la cilentanità, l’identità di una terra meravigliosa che fa parte del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
Sono stati anni di ricerche e lavoro sul campo, ad indirizzo antropologico-sociale, utilizzando alcuni strumenti metodologici, indirizzati essenzialmente alla “ricerca qualitativa”, senza trascurare i contributi provenienti dal territorio, quelli di studiosi locali, oltre che i riscontri legati alle iniziative territoriali, le pubblicazioni recenti anche sul web. Tutto per ricostruire la storia, la tradizione e la cultura cilentana e trovarne i tratti e gli elementi distintivi; rilevare le comunità e gli aspetti tradizionali; osservare le manifestazioni della vita materiale e le forme comportamentali; considerare le forme rituali e le espressioni devozionali; vivere i momenti e le mitologie festive.
Questi elementi sono una sorta di continuità, dove le modalità dell’essere si radicano nell’avvenire, “il dovere della memoria assume un percorso mitodologico”, le fantasie dell’immaginario sociale sono vissute “come gli archetipi che ridanno forza e vigore alla vita di tutti i giorni”. Si tratta dei momenti fondanti, gli emblemi che uniscono pensiero e sentire. È passare dal visibile (sensi) alla mente, a partire da: immagini, immaginazione, immaginario, immaginale, per creare la vita individuale e collettiva.
Si è trattato di individuare il Genius loci, lo spirito, l’anima, l’atmosfera che si respira, ma anche i colori, gli odori, i suoni, il linguaggio della popolazione, il silenzio. È questo un aspetto trasversale, che riguarda il rapporto tra ambiente e l’uomo e le sue abitudini: indica il carattere di un luogo, legato a doppio filo agli aspetti che in esso si affermano, includendovi le opere materiali o immateriali, gli enti e gli individui cui si associa un legame storico -culturale che rende unico e immediatamente riconoscibile un’area.
Tutto ciò non poteva passare sotto silenzio, ed allora occorreva riprendere il filo di un ragionamento, partendo da aspetti epistemologici di interesse della storia, della filosofia, della sociologia e antropologia, del pensiero complesso, per ritornare al territorio e trovare gli elementi comuni. Non si poteva trascurare l’evoluzione sociale, i recenti sviluppi di un’area che è oggi molto più di un tempo, svuotata sì della popolazione residente e della vita passata, ma ricca di persone che periodicamente ritornano, di gente curiosa di culture e saperi, di turisti che si affollano soprattutto nei mesi estivi.
Eppure, la novità è anche rappresentata dalla voglia delle persone che non utilizzano il territorio solo per il divertimento ma anche per vivere i luoghi, per conoscere le bellezze paesaggistiche, storico-architettoniche, la cultura e le iniziative che si svolgono anche durante l’anno. E gli eventi festivi e aggregativi sono proprio quegli elementi che attirano l’interesse delle persone e le spingono a scoprire o riscoprire il passato.
Questa è la ragione che mi spinge a trattare il Cilento attraverso un parallelismo tra tradizione e cambiamento, facendo fare al lettore un tuffo nel passato, nella mitologia di un territorio, nella cultura popolare che ha fondato la storia ed ha consolidato l’identità. Quest’ultima, ovvero la cilentanità, si è oggi evoluta in forme differenti, in cui i soggetti costruiscono un nuovo mondo nel rispetto delle tradizioni e della storia, della natura e dell’ambiente, applicando però il passato alle modalità differenti di vivere la vita.
In questo lavoro intendo considerare i legami che ancora sarebbero importanti per parlare oggi di cultura cilentana, di cilentanità, oltre che gli aspetti di differenza che possano portare all’affermazione di una propria specifica identità territoriale. Nel rapporto tra tradizione e modernità, occorre poi comprendere attraverso quali concetti e termini si possono affermare gli elementi di un passato che necessariamente deve confrontarsi con le innovazioni di un soggetto che agisce e crea il proprio futuro.
Lo sviluppo deve essere pensato considerando che ci sono: a) aree naturali di pregio suscettibili di ulteriore valorizzazione sotto il profilo della fruizione; b) beni ambientali, archeologici e centri storici di interesse nazionale ed internazionale; c) prodotti agroalimentari tipici e di qualità; d) attività artigianali tradizionali e produzioni tipiche; e) importanti testimonianze di storia, tradizioni e cultura materiale.
Notizie sull’autore: Pasquale Martucci
Sociologo, iscritto ANS (Associazione Nazionale Sociologi) e ricercatore (perfezionamento in metodologia della ricerca qualitativa).
Formatore, didatta e docente in discipline sociologiche, antropologiche, cultura e tradizioni popolari, comunicazione, marketing, mediazione e counselling.
Attività di ricerca
I suoi interessi riguardano: identità, comunità e vita quotidiana; feste, manifestazioni e forme rituali; tradizioni, religiosità e cultura popolare; epistemologia dei sistemi e della complessità. Svolge da più di trent’anni ricerche nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, con un approccio metodologico che studia le relazioni dell’individuo nella società, partendo dalla dimensione storica ed approdando alle interazioni tra individuo e comunità in una società complessa ed in rapido cambiamento.
Da alcuni anni gestisce il sito:
In cui pubblica scritti e documenti in relazione agli aspetti teorici ed epistemologici della società in cambiamento, oltre che le ricerche realizzate nel territorio cilentano.
cilentano.it in action
Del Cilento e del suo Genius Loci, Epistemologia di un territorio tra tradizione e cambiamento su
https://www.mondadoristore.it/Cilento-suo-Genius-loci-Pasquale-Martucci/eai978885540565/
L’ultimo libro di Antonella Casaburi e’ Mirari su
https://www.mondadoristore.it/Mirari-Antonella-Casaburi/eai978889970694/