Con il patrocinio del Comune di Agropoli, il progetto teatrale scritto e diretto da Umberto Squitieri, farà la sua ultima tappa estiva presso la terrazza della casa del guardiano del faro nel centro storico, il prossimo 26 agosto alle ore 19:00. Vista la natura dei luoghi, si sconsiglia alle signore di indossare tacchi alti.
Un sogno durato un giorno, dramma ambientato nel Cilento in forma di kammerspiel, trasformerà la suggestiva dimora, che fu casa della coraggiosa Maria Conti Castaldi, in una prigione sulla grotta dell’Elefante con vista sul mare al tramonto.
L’ingresso è gratuito ma su prenotazione. L’obiettivo, infatti, è quello di condividere con lo spettatore la recitazione da camera, propria del kammerspiel, movimento culturale tedesco.
Il lavoro di Squitieri, con quattro attori in scena, privilegia la non sovrabbondanza tra luci smorzate e un approccio intimistico, rispettando l’unità di tempo, luogo e azione.
Al faro, aperto al pubblico da questa estate per iniziative culturali grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, reciteranno i salernitani Giovanni Rocchino, Mirko Raiola, Norma Bove e Carmine Davide. L’impianto scenico, i costumi e il disegno luci sono a cura dello stesso regista, Umberto Squitieri, con l’organizzazione e la produzione di Scen Out Produzioni.
Con la rappresentazione di sabato 26, si conclude, dove è iniziata, la prima stagione di un viaggio. Un sogno durato un giorno alzava il sipario lo scorso 9 giugno al museo della fornace di Campamento. Lo spettacolo chiuderà il tour in un altro luogo simbolo della Città di Agropoli, dopo aver toccato ed emozionato palcoscenici cilentani poco convenzionali, dimostrando che il teatro è ovunque intorno a noi, sul sagrato di una chiesa, nell’androne di un portone, nell’antica cappella di un ex tabacchificio e su una terrazza con vista sull’isola di Capri. Oltre dieci le tappe che hanno interessato e incuriosito Capaccio Paestum, Rutino, San Mauro la Bruca, Alfano, Buccino, Celle di Bulgheria, Poderia, Palinuro, Rodio, Ogliastro Cilento e Agropoli.
In attesa del prossimo viaggio, il Sogno continua e, dopo Agropoli, andrà oltre il Cilento.
«Il bilancio di questo spettacolo è sicuramente positivo – dichiara Umberto Squitieri – sono felice che questo percorso finisca momentaneamente dove è iniziato. L’ultimo atto sarà in un altro splendido contesto della Città di Agropoli che ringrazio per avermi ancora permesso di condividere con il pubblico la mia rappresentazione teatrale, non rivisitazione/rievocazione storica. Cerco di fare semplicemente teatro e di raccontare una storia attraverso gli attori che ho scelto e ai quali ho sempre imposto una grande credibilità. Quest’ultima, aspetto del quale non sono disposto a trattare, ci è stata sempre riconosciuta dal pubblico che ho visto piangere e riflettere sul finale. In ogni tappa siamo riusciti a emozionarlo. Abbiamo creato empatia, dimostrando di aver lavorato bene. Non è mancato qualche dibattito vivace, visto il periodo trattato ma, come ho sempre ribadito all’inizio di ogni rappresentazione, il fatto storico fa da sfondo al racconto. Il focus è su due amici che si ritrovano in barricate opposte. Il progetto è nato tra molte difficoltà, sono davvero felice di essere riuscito a portarlo in scena e di aver potuto esplorare ancora di più il Cilento. Mi scuso – conclude- con le amministrazioni dei comuni nei quali non siamo riusciti a rappresentare lo spettacolo, nonostante la richiesta. Ci proveremo la prossima estate».
Sinossi
Rispettando l’unità di tempo, di luogo e azione, il lavoro racconta l’ultimo giorno di vita di un ex garibaldino, condannato a morte con la falsa accusa di brigantaggio.
Chiuso nella cella di un carcere, Giovanni Riano, il protagonista, cerca, tramite Gea, sua compagna di vita, dalla quale aspetta un figlio che non vedrà nascere, di far giungere a Giuseppe Tardio, l’avvocato brigante che sta per sbarcare alla marina di Agropoli, una lettera nella quale lo invita a riunire tutti nella lotta per quello che è il suo sogno.
Pur se innestato su un contesto storico come quello a cavallo dell’Unità di Italia e analizzando ciò che ha significato per la nostra terra e per tutto il Sud, senza nessuno scopo anacronisticamente separazionista, ma sicuramente come possibilità di riflessione su alcuni aspetti sociologici e storici, il vero focus del lavoro è l’osservazione e l’indagine psicologica del protagonista e del suo antagonista, la guardia carceraria Michele Agresta, suo amico d’infanzia.