Ottati è un comune italiano situato nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ai piedi del Massiccio degli Alburni, a circa 530 metri sul livello del mare. Simbolo del comune è il fagiano. È caratterizzato dalla presenza di una rupe a nord che lo protegge dai rigori del clima invernale. Su questa rupe si trovano grotte che un tempo erano abitate dai monaci basiliani e poi utilizzate come rifugi per greggi e pastori, tra cui la nota Grotta di S. Croce, ora abbandonata.
Il paese di Ottati fu fondato intorno all’anno 1100. Secondo le memorie inedite del notaio Vincenzo Fasano, molto diffuse nel XVIII secolo, Ottati esisteva già nel 1195, ma alcuni teorici suggeriscono che le prime abitazioni del centro siano sorte intorno all’anno 1000. La zona, ricca di pascoli, attirò pastori e mandriani del territorio di Fasanella, che costruirono abitazioni e diedero origine al primo centro abitato. Il nome “Ottati” deriva dal latino “optatus”, che indica la scelta dei pastori per questo luogo adatto alla pastorizia.
Le origini medievali di Ottati sono più certamente datate al XIII secolo. Inizialmente, Ottati fu un feudo di Capece Galeota, per poi passare di proprietà a numerose famiglie nobili. Il paese fu distrutto da Federico II di Svevia, ma risorse nel 1700 e divenne parte del dominio della famiglia Caraguso-Mariconda.
I Monti Alburni, definiti le Dolomiti del Sud, sono un complesso di bianche rocce calcaree di natura dolomitica, colline e vallate che hanno avuto origine nel mesozoico. Interessate da fenomeni carsici che hanno portato alla formazione delle numerose grotte tra cui le piu’ famose sono quelle di Castelcivita e dell’Angelo di Pertosa. La vetta più alta raggiunge i 1742 metri di quota con il monte Alburno, noto anche come monte Panormo.