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Fauna del Cilento: la luscengola

La luscengola è un sauro pecilotermo, contraddistinto da piccole dimensioni, da un aspetto lucido e da un corpo serpentiforme. Fa parte della famiglia degli Scincidi, la stessa del Gongilo Sardo da cui, però, si distingue perché di lunghezza maggiore, dato che raggiunge i 40 centimetri e in possesso di arti atrofizzati a tre dita, poco idonei alla deambulazione e meno visibili. I suoi movimenti sono diurni e avvengono ponendo le sue zampe lungo il corpo: queste ultime vengono impiegate come punti di appoggio nel corso delle soste. La sua presenza appare particolarmente evidente in numerose aree del bacino occidentale del Mar Mediterraneo, come ad esempio il Cilento. Il suo colore varia dal marrone con sfumature bronzee al verde oliva e più raramente al grigio. In tutti i casi, lungo i fianchi e sul dorso vi sono le sue striature giallastre, bordate di scuro, e i suoi riflessi metallici. La coda della luscengola arriva sino ai 20 centimetri e può staccarsi, sfruttando la capacità di auto-nomia, analogamente a come avviene per le lucertole: si tratta di un processo di auto-difesa, utile per evitare di essere presa di mira dai predatori.

Habitat

L’habitat della luscengola è rappresentato prevalentemente da manti erbosi dei contesti soleggiati: nei paraggi, in genere, vi sono piccoli arbusti e delle fonti di acqua. La sua temperatura corporea tende a variare nel corso della giornata e, pertanto, necessita di trascorrere diverse ore al sole. Questo, infatti, è l’unico modo che ha per poter aumentare la sua temperatura corporea.

Origine geografica

La luscengola è un animale particolarmente diffusa nell’Italia peninsulare, in Spagna, in Francia e nelle zone maghrebine dell’Africa. A tal proposito, occorre precisare che la luscengola che vive nel Cilento fa parte della sotto-specie Chalcides chalcides chalcides. La stessa risulta presente anche in Sicilia e sull’Isola d’Elba, distinguendosi dalla sottospecie Chalcides chalcides vittatus, diffusa invece nel Nordafrica e in Sardegna.

Le sue prime tracce risalgono addirittura all’epoca della Preistoria. Al momento, quindi, questa specie non è a rischio estinzione.

Abitudini alimentari

Insetti, artropodi, vermi sono le principali fonti di cibo della luscengola.

Letargo

Come la maggior parte dei sauri serpentiformi, anche la luscengola va in letargo nel lasso di tempo che va da ottobre a marzo , anche se talvolta il periodo di latenza invernale arriva anche a maggio. Durante questi mesi, questo animale si riposa all’interno di piccole buche alla base dei cespugli, di profondità attorno ai 5 centimetri, sotto i sassi o nelle fessure delle rocce.

Da quali animali viene predata? Quali sono i fattori di minaccia?

I predatori della luscengola sono tendenzialmente volpi, ofidi, rapaci diurni e mustelidi. Rientrano tra i fattori di minaccia per questa specie sia l’intervento dell’uomo sul paesaggio sia gli incendi.

Come si riproduce?

Siccome si tratta di una specie ovipara e al tempo stesso vivipara, la luscengola dà alla luce durante l’estate 7 piccoli di lunghezza non superiore ai 10 centimetri. I neonati sono sin da subito indipendenti. Se le femmine arrivano alla maturità sessuale al loro secondo anno di vita, i maschi, invece, devono attendere un ulteriore anno.

renato leproux

Ha svolto un lavoro trentennale presso il Ministero della Difesa. Fin da bambino ha vissuto nel Cilento, da grande si e' imposto di divulgare la bellezza mozzafiato di questi luoghi intrisi di leggenda ed incorniciati dalla natura ancora selvaggia ed incontaminata.

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