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Geostac, il Google Maps del Sistema solare

È arrivato il Google Maps del sistema solare e prende il nome di Geostac. Si tratta di una versione che, ovviamente, presenta delle sostanziali differenze con la variante terrestre, dato che le immagini sono frutto di una raccolta di foto ad altissima risoluzione, che nel corso degli anni abbiamo ricevuto dai diversi satelliti e dalle sonde spaziali che si sono spinte verso i limiti del nostro sistema solare.
Questo servizio non è offerto in forma diretta da Google, dato che a occuparsi della ricerca è stato l’Istituto Geologico statunitense, che ha accesso a una panoramica di quasi trenta pianeti, asteroidi e satelliti.
Il tipo di visualizzazione di queste immagini ricalca quello delle tradizionali cartine che troviamo in ogni scuola italiana, ovvero una proiezione del piano e a forma di sfera, come se fossero una specie di grande mappamondo.

Ma scopriamo insieme ogni dettaglio che riguarda il progetto di Geostac: Come viaggiare tra le stelle con Geostac: le caratteristiche del progetto

La sezione Geostac, appartenente al progetto dell’Istituto Geologico degli Stati Uniti d’America, è un grande archivio di immagini che sono frutto di un’evoluzione tecnologica estrema.
Naturalmente, fanno parte di questa raccolta i vari pianeti appartenenti al nostro sistema solare. Chiunque, adesso, ha la possibilità di osservare, ad esempio, la superficie di Mercurio e del vicino pianeta rosso, Marte, per arrivare anche ai lontani Nettuno e Urano.

Ovviamente, per i pianeti posti negli spazi più reconditi, i dettagli sono inferiori ed è presente una sola mappa. Per gli altri, invece, sono state sviluppate diverse mappe, che sono frutto dell’unione del lavoro della varie sonde e dei satelliti utilizzati per portare a termine il progetto Geostac.


Per ottenere scansioni ravvicinate, da affiancare alle immagini che possediamo attualmente, sarà necessario ancora del tempo e non è certo che sia un’operazione fattibile, dato che richiede un approccio uguale a quello effettuato con i Rover su Marte.

Cosa fare per visualizzare le immagini di Geostac: ecco i diversi passaggi
Con Geostac i pianeti lontani del sistema solare diventano un po’ più vicini a noi. Le migliaia di foto oggi accessibili sono state scattate nel corso degli ultimi decenni, specialmente grazie al lavoro delle strumentazioni appartenenti alla Nasa e all’Esa.


Ma cosa bisogna fare per poter visualizzare le immagini di Geostac? Innanzitutto, occorre specificare che su questa piattaforma è possibile osservare le mappe sfruttando delle semplici funzioni di navigazione.

Le forme di visualizzazione che abbiamo a disposizione sono quella piana e quella sferica. In più, è possibile analizzare le immagini da varie prospettive, zoomando sulle zone dove sono presenti rilevamenti con maggiori dettagli.

Altra funzione molto interessante è la possibilità di selezionare la sonda che ha effettuato i vari rilevamenti, ispezionando la porzione di superficie direttamente dalla prospettiva di ripresa del veicolo.

Quindi, grazie agli strumenti offerti da Geostac gli utenti possono analizzare le diverse porzioni di satellite, pianeti o asteroidi, oltre che le varie sonde che hanno realizzato i rilevamenti. In questo modo, è possibile anche ottenere i dati che riguardano la precisa data di scatto.

La parte dei metadati è posta sulla colonna di destra della schermata, mentre a sinistra si trova il funzionale menù a tendina, che consente di navigare in modo intuitivo da una mappa all’altra e da un pianeta all’altro.

L’avanzamento tecnologico e l’esplorazione del sistema solare non devono distogliere l’attenzione dal nostro pianeta Terra

Geostac è un progetto estremamente interessante e utile, sia dal punto di vista tecnologico che scientifico. Questo nuovo sistema, però, deve servire anche per farci riflettere. Infatti, per quanto sia interessante e affascinante, Geostac ci permette di visualizzare e approfondire le mappe di pianeti, asteroidi e satelliti che, con molta probabilità, non vedremo mai lungo il corso della nostra vita.


Quindi, quest’attenzione mediatica ricevuta da tale progetto, può spingerci mostrare lo stesso interesse anche per Google Maps, strumento che da diversi anni, e in maniera sempre più dettagliata e precisa, ci racconta il pianeta Terra. Considerando che per molte altre generazioni vivremo su questa superficie, è bene rientrarne in contatto e in sintonia.
Molto interessante, in tal senso, è il progetto che Google Maps mette a disposizione tramite Google Earth. Infatti, esiste una nuova modalità di visualizzazione che consente di visualizzare un timelapse di quello che succede e che succederà se non riusciremo a evitare l’aumento delle temperature, che causerà un ulteriore e inevitabile scioglimento dei ghiacciai, con le conseguenze che tutti conosciamo.

(Tutti gli screenshot utilizzati in questo articolo sono tratti dal sito ufficiale: https://stac.astrogeology.usgs.gov/geostac/

renato leproux

Ha svolto un lavoro trentennale presso il Ministero della Difesa. Fin da bambino ha vissuto nel Cilento, da grande si e' imposto di divulgare la bellezza mozzafiato di questi luoghi intrisi di leggenda ed incorniciati dalla natura ancora selvaggia ed incontaminata.

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