Il 19 luglio ore 21, nell’ambito della rassegna “Il gioco serio del Teatro” sotto la direzione artistica di Antonello De Rosa, andrà in scena, al Museo Diocesano S.Matteo di Salerno, Circe… la donna di Antonello De Rosa con Nadia Rinaldi, Elena Croce, Margherita Rago e Antonella Valiutti. Prodotto da Scena Teatro Management, lo spettacolo è diretto Antonello De Rosa. – Circe è la madre delle famme fatale, l’archetipo della Dark lady, la maga/strega che attira nelle sue spire l’uomo ignaro per poi stritolarlo, forgiarlo e manipolarlo a suo diletto. Circe dai boccoli biondi affascina con il bel canto gli uomini di Ulisse e poi li trasforma in bestie. Odisseo, l’eroe astuto ed impavido, dopo essere riuscito a rendersi immune dai poteri nefasti della maga riesce ad ammansirla, farla innamorare e estorcerle la promessa di restituire dignità ai suoi compagni di viaggio. La metafora dell’eterna lotta dei sessi si è tramandata intatta nei secoli, finanche Joyce relega Circe nel bordello del suo Ulisse.
E nonostante il suo potere minaccioso, la Circe/famme fatale, come fu in Omero è stata sempre e soltanto una funzione narrativa del maschio. A lei poche battute perchè è Ulisse a raccontarla. Ma quale sarebbe la sua versione della storia se fosse proprio Circe a raccontarcela? Si sono chieste Margaret Atwood e Madeline Miller alla fine del secolo scorso. Da questa domanda nascono i Circe Mud/Poems e Circe, la riscrittura del mito, a cui la poetessa e la scrittrice danno la parola alla donna Circe. Vittima consapevole del suo amore per Odisseo ma pur sempre passiva, riesce a crearsi un altro destino solo in un altrove immaginario, un’altra isola nel poema di Atwood. Più complessa nella sua autocoscienza in Margaret Miller, che riflette sul potere degli dei e dell’uomo in una riscrittura del mito come fosse un romanzo di formazione. L’emancipazione dalla subalternità ad un mondo declinato al maschile raccontata dalle due scrittrici, è il punto di partenza della Circe di Antonello De Rosa, che intesse un serrato dialogo tra la Circe addolorata dei Mud Poems e una Circe veemente, passionale a tratti anche spaventosa: una napoletana verace, che riassume in sé tutte le “Circi”, debole e forte al contempo, complessa e fascinosa. In una parola: donna.
Organizzazione di Pasquale Petrosino.