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Il cinipide del Castagno, cos’e’ e come combatterlo

Non c’è cosa più bella che assaporare le castagne nei primi accenni di freddo autunnale, verso metà ottobre e fino al periodo natalizio. Purtroppo questo frutto che appartiene al territorio del Cilento è a rischio a causa del cinipide galligeno del castagno. Ma che cos’è e soprattutto come combatterlo efficacemente?

Il cinipide galligeno, che cos’è

La produzione di castagne in Cilento è stata messa a rischio da un organismo particolarmente nocivo e pericoloso conosciuto come il nome scientifico di cinipide galligeno del castagno. Un organismo che arriva dalla lontana Cina e che di fatto è una sorta di vespa parassita capace, purtroppo, di infestare le castagne. La loro presenza è immediatamente riconoscibile per via dei problemi che causano alla pianta. Nello specifico, c’è un costante peggioramento della produzione dei frutti e un diradamento di rami e foglie. Tra l’altro, se non viene effettuato un funzionale trattamento, la pianta può andare incontro a problematiche ancora più gravi fino ad arrivare alla morte. Ci sono poi ulteriori segnali di infestazione in atto come la classica formazione di galle sui germogli durante i primi giorni di quello che è il periodo vegetativo. Occorre fare molta attenzione per evitare che l’infestazione possa colpire una zona ancora più ampia. Infatti, il consiglio è di non trasferire nuove piante di castagno in zone che al momento risultano non colpite.

La diffusione

Per contrastare in maniera efficace questa pericolosa vespa parassita occorre sapere perfettamente le modalità di diffusione. Essa avviene in maniera del tutto naturale per via del volo delle femmine e attraverso anche il trasporto di piante evidentemente infestate oppure di alcune parti di esse. Il periodo più pericoloso sotto questo punto di vista è quello che va dalla seconda metà del mese di giugno fino alla prima metà del mese di agosto. Questa è la fase in cui generalmente queste vespe depongono le proprie uova che possono arrivare anche all’elevato numero di 30 unità. La deposizione delle uova avviene direttamente sul fiore e nelle gemme a legno. Purtroppo è difficile accorgersi della loro presenza durante questo periodo perché è asintomatico e quindi la migliore arma rimane quella di evitare l’acquisto di piante di castagno in zone notevolmente colpite oppure di dubbia provenienza. Inoltre, come già evidenziato in precedenza, è importante cercare di non trasferire nuove piante in zone che sono al momento intatte. Tra l’altro, è ormai risaputo che, in ragione dell’ampia diffusione di questo parassita praticamente in tutta Europa, è stata abrogata la misura di quarantena ritenuta ormai inefficace. Tuttavia permane il divieto di movimentazione della pianta e l’obbligo anche di segnalare i casi sospetti in maniera tale che le autorità competenti possano prendere in considerazione le migliori soluzioni possibili.

Altri rimedi

Il problema della presenza del cinipide galligeno del castagno è noto da circa 15 anni e fortunatamente la situazione è migliorata anche grazie a maggiori informazioni su questo pericoloso insetto. Infatti, si conosce la sua lunghezza che arriva al massimo ai 3 mm ali escludendo le antenne, le uova non sono visibili a occhio nudo e il colore è tendente al nero. Fortunatamente sono vespe non rischiose sia per l’uomo che per gli animali. Altra considerazione ottenuta studiando le loro abitudini, è che non colpiscono la qualità delle castagne e neppure il legname che potrà essere utilizzato per la realizzazione di mobili e per altre applicazioni. Solitamente queste vespe responsabili della diffusione della malattia, volano per gran parte del periodo estivo coprendo distanze che possono arrivare anche a 20 km. Tra l’altro, c’è da prendere atto che il vento è un agente climatico a loro vantaggio perché contribuisce alla diffusione sul territorio. Tra i rimedi è assolutamente da sconsigliare l’utilizzo di prodotti fitosanitari sia per un discorso di mancanza di prodotti specifici sia perché si dimostrano insufficiente. Infatti, bisognerebbe effettuare più trattamenti nell’arco di 24 ore, soprattutto durante il periodo di volo delle vespe. Questo rappresenterebbe un impegno economico davvero rilevante che non tutti possono sostenere. La soluzione migliore al momento è rappresentata, invece, dallo sfruttamento di un insetto che risulta un antagonista naturale di questa vespa. Stiamo parlando di un altro insetto cinese conosciuto con il nome di imenottero calcidoideo. In pratica questo insetto va a deporre le uova nello stesso punto in cui le depongono il cinipide e successivamente le larve di questo antagonista, si nutriranno proprio delle larve del parassita eliminando quindi il problema della diffusione. Con questo approccio virtuoso si riescono ad ottenere risultati importanti soprattutto nel medio e lungo periodo.

redazione

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