di Guido Santangelo – Assolto nei miei pensieri, passeggio in solitudine e sento una vocina che mi dice: Buongiorno, guardo e vedo gli occhi neri, belli e teneri di un bambino che mi sorride, ma che felicità.
Non capita spesso di trovare qualcuno che ti sorride e ti fa compagnia, senza chiederti nulla.
I bambini sono delle anime semplici e sincere, che con la loro spontaneità ti danno l’energia per continuare a credere e impegnarti per un futuro dove i protagonisti siano loro.
È da sempre che apprezzo le grandi capacità dei bambini, unici nel seminare felicità, armonia e rinvigorire lo spirito di tutti.
Forse tutti dovremmo sentirci più bambini, per apprezzare dei valori che oggi non esistono più.
Personalmente preferisco sempre l’innocenza dei bambini alla furbizia degli adulti.
Che emozione però trovare qualcuno che sa ascoltare, capire e imparare le cose belle e buone della vita.
Oggi il mondo non parla più di amore e rispetto, ma solo di negatività e volgarità.
Passeggiando con questo bambino tenero e curioso, iniziamo a parlare dei mestieri che oggi, piano piano stanno scomparendo.
Allora parliamo del fabbro, che oggi è difficile da trovare, un tempo faceva un lavoro duro ed essenziale al tempo stesso.
I contadini frequentavano spesso la bottega del fabbro ,vuoi per riparare la zappa strumento di lavoro essenziale,sia per rifare gli zoccoli agli asini, anche loro erano indispensabili.
Non dimentichiamo tutti gli altri pezzi artigianali, dalle ringhiere ai lampadari, eseguiti con sapiente maestria da questi artigiani, ma queste botteghe avevano anche un ruolo sociale molto nobile e importante.
Infatti erano un punto di lavoro ma anche di ritrovo e aggregazione, come lo erano i piccoli negozi, perdendo queste attività si riduce anche la crescita della comunità e la socializzazione.
Questi piccoli negozi (la putea), vendevano di tutti, dal sale ai lacci per le scarpe, erano capaci di soddisfare le esigenze più disparate e al tempo stesso aiutavano chi era in difficoltà economiche.
Infatti si usava fare credito e poi appena il cliente aveva la possibilità pagava, nelle piccole realtà ricoprivano un ruolo sociale da non sottovalutare.
Il bambino è molto interessato e ad un certo punto mi chiede: perché i miei nonni non sanno né leggere e né scrivere? Semplice a quei tempi non c’era la possibilità di studiare, perché erano impegnati a dare una mano all’economia familiare.
E lui, quindi oggi noi siamo fortunati, ma questa possibilità dobbiamo tenercela stretta, perché il sapere e la cultura ci apre tante strade.
Gli spiego così che la scuola e l’istruzione ,sono la via più bella da percorrere e credere che la penna , il quaderno e i libri siano il suo tesoro più grande.
Gli investimenti più ricchi nella tua vita, non dimenticarlo mai,sono: la cultura ed il sapere il resto è apparenza.
Vedi i tuoi nonni,non sono andati a scuola, però hanno frequentato la scuola della vita, fatta di rispetto, umiltà e onestà
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