Quando si desidera delineare il percorso storico di un popolo, è impensabile non citare lo sviluppo delle tradizioni più radicate e sentite. La tradizione, infatti, è uno degli elementi più validi per identificare le origini e le caratteristiche specifiche di un popolo. Quello che rimane del passato è un tesoro che ci consente di comprendere al meglio il presente. Queste sono le premesse del 24 giugno, giorno in cui si festeggia San Giovanni. In questa giornata, ma anche nella notte precedente, si tramandano delle leggende e dei miti che riguardano il profeta Giovanni Battista. Ma scopriamo di più sulle origini storiche di questa festa religiosa e sul mito.
La festa di San Giovanni: tra mito e leggenda
San Giovanni, anche conosciuto come il Battista, è una delle figure più importanti nella storia della Chiesa. Infatti, è l’unico Santo che viene celebrato e ricordato sia nel giorno della sua nascita, ovvero il 24 giugno, che in quello della sua morte, il 29 agosto. Nella tradizione viene narrato che tra il 23 e il 24 giugno, per l’appunto conosciuta come la notte di San Giovanni, una trave infuocata attraversa il cielo. Su di essa si trovano Erodiade e sua figlia Salomè. Erodiade aveva una relazione con Erode, unione illegittima che Giovanni Battista critico aspramente, proprio perché adultera e consanguinea.
Erode, quindi, decise di farlo arrestare, ma non ebbe il coraggio di farlo uccidere, così come chiesto da Salomè. Lo considerava, infatti, un uomo amato dal suo popolo e dall’animo buono e giusto.
Nonostante ciò, il periodo di prigionia di Giovanni Battista conobbe una fine tragica, proprio nel giorno dei festeggiamenti del compleanno del re. Durante questa occasione, Salomè si esibì in una danza ammaliante e conturbante, che conquistò Erode, che di impulso affermò di voler concedere qualsiasi cosa la ragazza avesse chiesto. Fomentata dalla madre, Solimè chiese la testa di Giovanni Battista, richiesta a cui il re non poté tirarsi indietro. Le sue guardie, quindi, lo decapitarono e consegnarono la sua testa alla ragazza su un vassoio. Venuti a conoscenza del martirio, i discepoli del Battista vennero in possesso del corpo per concedergli una sepoltura dignitosa.
La devozione per San Giovanni Battista nel Cilento
Il Cilento è una terra particolarmente legata al culto di San Giovanni Battista. Sono tanti i rituali religiosi che si svolgono nella giornata del 24 giugno. Basti pensare che le parrocchie consacrate al Santo sono undici e seconde, per numero, soltanto a quelle intitolate a San Nicola. Nella cittadina di Eredita, durante la giornata del 24 giugno viene realizzata per tradizione una rappresentazione sacra che ripropone il “Volo dell’Angelo”.
Ostigliano, per tantissimi anni, invece, è stata protagonista di un rituale molto suggestivo, la “Processione delle Lanterne”. Purtroppo, di quest’ultima tradizione non abbiamo alcuna traccia.
In generale, quindi, nel Cilento la devozione e il culto di San Giovanni restano vivi anche in quei luoghi in cui la storia ha cancellato ogni traccia, a causa di una visione moderna. Le antiche architetture, però, sostengono la memoria storica, evidenziando come la figura del Battista sia sempre stata protagonista in questa terra.
La magia della notte di San Giovanni nel Cilento
Nella tradizione del Cilento, la festa di San Giovanni Battista è legata, in modo particolare, ai rapporti tra persone non di sangue, che si avvicinano e si stringono nel nome della devozione per questo Santo tanto amato. Nei piccoli paesini legati a questo culto, i padrini e le madrine di cresima e battesimo vengono proprio identificati tramite un’espressione dialettale, ovvero “San Giuanni”, che vuole evidenziare il rapporto spirituale che intercorre tra il compare e la famiglia. Ecco perché la tradizione vuole che alla richiesta di fare da padrino o da madrina a qualcuno non si può rispondere in maniera negativa.
Anticamente, poi, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, veniva raccolta, all’interno di una bottiglia, dell’acqua da ben sette diverse fonti. A questa, veniva aggiunto l’albume di un uovo e si lasciava la bottiglia per tutta la notte sotto la luce della luna. Nella mattina successiva, la persona più anziana della famiglia aveva il compito di leggere il disegno che l’albume aveva generato. La barca rappresentava un viaggio o una partenza, l’uovo la maternità e via dicendo. Anche il sole, nella giornata del 24 giugno, veniva visto in maniera diversa. I racconti, tramandati per anni, riportano come la sfera apparisse più luminosa. Questa credenza è legata a una lettura molto originale dei fenomeni astronomici.
Inoltre, il 24 giugno il sole va oltre il punto del solstizio. Questo evento, secondo la tradizione, viene vissuto come simbolo di un nuovo inizio del ciclo di vita.