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Abbiamo ormai raggiunto il punto di non ritorno climatico. Questo è quello evidenziato da uno studio autorevole che è stato pubblicato sulla nota rivista inglese Nature Communications.
A causa di un inquinamento climatico sempre più elevato, non siamo riusciti a mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia di 1,8 °C. Questo provocherà un irreversibile scioglimento delle calotte glaciali presenti in Groenlandia e in Antartide. Conseguenza di questo evento tragico sarà la crescita del livello degli oceani e dei mari in tutto il Globo.
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Evitare lo scioglimento dei ghiacciai è ancora possibile?
Secondo il parere dei ricercatori, questo evento catastrofico potrebbe essere arrestato soltanto se si otterrà l’obiettivo della totale neutralità climatica. Questo vuol dire raggiungere emissioni compensate entro la data limite del 2060.
Se ciò non dovesse accadere, lo scioglimento dei ghiacciai sarà inevitabile e causerà la crescita inarrestabile dei livelli delle acque, che dovrebbero innalzarsi di circa un metro e messo entro i prossimi 130 anni.
Tale scenario provocherebbe delle conseguenze gravissime al nostro ecosistema acquatico e porrebbe fine alla vita di chi vive sulle coste.
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Gli scenari che si prospettano entro il 2150
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato vari scenari che si potrebbero verificare entro il 2150. Questi sono strettamente legati al nostro impegno nel diminuire le emissioni inquinanti all’interno dell’atmosfera e, inoltre, si collegano ai possibili livelli di innalzamento dei mari.
Prevedere con precisione assoluta il modo in cui reagiranno i ghiacciai al fenomeno del riscaldamento globale e della crescita del livello di mari e oceani non è semplice, ecco perché è fondamentale attivarsi per limitare il più possibile l’inquinamento, così che venga garantita la tutela dell’ambiente e quella delle comunità umane.
Tra gli scenari possibili, quello più grave minaccerebbe più del 20% della popolazione, soprattutto quelli che vivono nelle regioni costiere e in quelle insulari. Questo tipo di previsione porterà, nei prossimi anni, a un massiccio esodo in direzione dell’entroterra, con le persona che abbandoneranno le coste.
Attendere il 2150 per capire come si comporteranno i ghiacciai non servirà. Infatti, le conseguenze dei nostri cattivi comportamenti e delle errate politiche ambientali sono ben visibili già ora.
Infatti, nel corso dell’ultimi secolo il livello dei mari è salito di 20 centimetri circa. In corrispondenza del ghiacciaio della Groenlandia è iniziata a piovere acqua e le prime comunità si stanno spostando dalle coste.
Il destino dei ghiacciai è nelle nostre mani: cosa possiamo fare?
Alcune fotografie scattate dalla NASA hanno ulteriormente evidenziato come la situazione della calotta glaciale sia critica. L’arretramento dei ghiacciai si sta sviluppano simultaneamente e questo fenomeno ci fa comprendere come la causa sia comune e deriva dalla crescita della temperatura dei mari e degli oceani sotto le porzioni di ghiaccio galleggiante.
Nonostante questo fenomeno sembri inevitabile, dobbiamo adoperarci per evitare che il riscaldamento globale aumenti. Il destino dei ghiacciai è, dunque, nelle nostre mani e potremo essere soltanto noi a evitare tragiche conseguenze alle nostre città, alle nostre comunità e ai siti culturali.
L’unica speranza che abbiamo è quella di poter tornare alle temperature che caratterizzavano il nostro globo durante l’età pre-industriale. A detta degli scienziati, però, tale prospettiva sembra estremamente difficile da realizzare. Questo, quindi, deve spingerci a fare di tutto per almeno limitare i danni e cercare di rallentare un processo che, come dimostrano più ricerche scientifiche, è ormai inarrestabile e irreversibile.