Ernest Hemingway è considerato uno dei più grandi scrittori del 1900. Vincitore del premio Pulitzer nel 1953 per “Il vecchio e il mare” è fortemente legato da una leggenda locale alla piccola città di Acciaroli, in provincia di Salerno. Ma cosa unisce il famoso autore americano a questa autentica perla del Cilento? Sembra che proprio qui Hemingway abbia trovato l’ispirazione per il suo capolavoro.
Hemingway ad Acciaroli
In occasione di un viaggio in Italia tra il 1950 e il 1953, Hemingway scopre il paesaggio mozzafiato di Acciaroli. Il paese, con le sue case perfette nella loro semplicità e la purezza di un mare incontaminato, non poteva lasciare indifferente lo scrittore che proprio qui sceglie di soggiornare in un albergo. In seguito prenderà in affitto una casa e conoscerà il pescatore Antonio, detto “u vecchio”.
Il rapporto con gli abitanti
Gli abitanti di Acciaroli ricordano ancora oggi come il grande scrittore si fosse completamente immerso nella loro quotidianità ed era spesso visto pescare nelle acque cristalline della costa. La passione di Hemingway per la pesca non è un segreto e si dice che abbia trascorso molto del suo tempo in mare a pescare.
Acciaroli e “Il vecchio e il mare”
“Il vecchio e il mare” è ambientato in un villaggio di pescatori simile a quello conosciuto da Hemingway ad Acciaroli. La trama segue le vicende di Santiago, un anziano pescatore che da 84 giorni non porta a casa alcun pesce. Grazie alla vicinanza con i vecchi pescatori del villaggio, Hemingway potrebbe essere stato così fortemente ispirato da scrivere questa storia immortale sul coraggio e sulla capacità umana di sfidare continuamene il destino.
LA TRAMA
Per ottantaquattro giorni non è riuscito a pescare nulla: eppure, il vecchio Santiago raccoglie le forze e riprende il mare per una nuova battuta di pesca che ha il sapore di un’iniziazione. Nella disperata caccia a un enorme marlin, che per due giorni e due notti trascina la sua barca nell’oceano; nella lotta quasi a mani nude contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione finalmente sconfitta, Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura. E, soprattutto, trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di una vita intera. Il capolavoro di Hemingway è qui presentato in una nuova traduzione, che fa emergere tutta la ricchezza del suo linguaggio, ed è affiancato dal racconto inedito “La ricerca come felicità”, e da scritti giornalistici e fotografie relativi al mondo della pesca, che dell’universo hemingwayano è un ingrediente fondamentale.