Cilento: tra ricordi e riflessioni – di Guido Santangelo - www.cilentano.it
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Cilento: tra ricordi e riflessioni – di Guido Santangelo

È arrivato novembre ed i contadini preparano la semina del grano, hanno vendemmiato e prodotto un vino eccellente, hanno raccolto i fagioli e le castagne così prima che arrivi la pioggia si procede alla semina.
Tra le famiglie una volta c’era molta solidarietà ,e se qualcuno si trovava in difficoltà gli amici e i parenti ,subito si adoperavano per aiutarlo, le porte di casa erano sempre aperte e così insieme si lavorava e si guardava avanti con armonia.
Le sere erano come delle feste improvvisate, perché bastava poco, un fiasco di vino e si programmava il lavoro e si stava insieme,mai si sentiva parlare di odio e cattiveria, ma dicevano: poveri e onesti.
Pensare e riflettere su quei momenti è importante per chi li ha vissuti e condivisi, ma bisogna raccontarli per far conoscere e apprezzare ai meno fortunati che hanno perso un pezzo di storia da incorniciare.
Qualcuno per il lavoro nei campi usava i buoi ,ma molti si affidavano ai trattori per preparare il terreno e poi procedere alla semina.

Vecchio aratro cilentano


Bisognava seminare in quel periodo e c’era un detto che recitava così: è arrivato Natale chi non ha seminato accussì lassa,in effetti poi arrivavano le piogge e non si poteva più seminare.
Dopo la semina il grano veniva curato fino alla maturazione e quindi si procedeva alla mietitura che sembrava una festa, si mangiava all’ombra e si consumava per tradizione un capocollo intero accompagnato dal vino rosso.
Poi c’era la trebbiatura che veniva effettuata in dei posti prestabiliti e quindi con l’aiuto degli asini bisognava trasportare il grano sotto il sole, che fatica ,e si concludeva il tutto con la produzione del grano che brillava alla luce del sole.
Il grano era un componente importante della dieta cilentana nonché dell’economia familiare, infatti con il grano si produceva la farina che profumava di grano,usata poi per fare il pane e la pasta di una prelibatezza unica.
Con il tempo vuoi per i costi eccessivi per la produzione del grano ,vuoi per l’uso di prodotti d’importazione a prezzi più competitivi, la coltivazione del grano è quasi del tutto scomparsa .
La conseguenza ,è stata la perdita di sapori unici e con un impatto molto negativo sulla genuinità dei prodotti della cucina cilentana e non solo e un grave danno all’economia locale, bisogna adoperarsi per riprendere la coltivazione del grano.
Per molti il piatto preferito erano i fusilli conditi con il sugo preparato con il pomodoro e la carne di castrato, una bontà assoluta.

guido santangelo

Guido Santangelo è nato in un piccolo paese del Cilento, Stio Cilento, il 15 febbraio 1962 che gli ha regalato un’infanzia spensierata e serena. Dopo il diploma conseguito al Liceo Scientifico di Gioi Cilento, si è iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna, dove si è laureato nel febbraio del 1989. Attualmente svolge l’attività di Medico di famiglia e si dedica a scrivere e coltivare la passione per la poesia.

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