Alfonso Gatto nacque a Salerno nel 1909, discendente da una famiglia di marinai calabresi. Non completò gli studi all’università di Napoli, ma svolse diversi lavori tra cui commesso, istitutore di collegio, correttore di bozze e giornalista. Nel 1938, a Firenze, lanciò la rivista “Campo di Marte” con Vasco Pratolini, rappresentando il pensiero ermetico dell’epoca.
Il poeta è un uomo mortale
~ Alfonso Gatto
che vive con tutta la sua morte
e con tutta la sua vita,
nel tempo,
e in sé si consuma e si sveglia,
negli altri si popola e si chiama,
e nulla possiede
che non abbia già amato e perduto.
Durante la Resistenza, dal 1943, scrisse poesie che riflettono gli ideali e le battaglie di quel periodo. Terminata la guerra, divenne direttore di “Settimana”, co-direttore di “Milano-sera” e inviato speciale per l’Unità, da cui si distaccò nel 1951 in seguito a divergenze ideologiche. Tra i suoi riconoscimenti letterari si annoverano il “Savini” nel 1939, il “St. Vincent” nel 1950, il “Marzotto” nel 1954 e il “Bagutta” nel 1955.
Gatto fu anche autore di testi per l’infanzia e critico d’arte e pittura nei suoi ultimi anni. Morì nel 1976 a Orbetello a causa di un incidente stradale.
La sua poesia, che inizialmente presentava un tono chiaro e musicale, evolvette attraverso diverse fasi, dalla politica al lirismo umanitario, fino alla meditazione sulla morte e alla riflessione sulla vita. Il suo stile fu influenzato da Giuseppe Ungaretti e Dino Campana, unendo il loro approccio con l’espressionismo esasperato di Arthur Rimbaud.
Gatto è descritto come un moralista nella lirica contemporanea, capace di spogliare i temi interni dalla loro verniciatura patetica, offrendo una prospettiva autentica e critica sulla realtà. La sua opera riflette un percorso di amarezza e malinconia, maturato attraverso le esperienze del dopoguerra e gli insegnamenti tratti da altre opere liriche del tempo.
“…un ringraziamento speciale agli “amici” del Ruggi di Salerno che, in un momento particolare, mi stanno facendo sentire a casa, consentendomi di lavorare. Renato”