(fonte: Ukrinform) – Alla conferenza “Ripristinare la giustizia per l’Ucraina” tenutasi all’Aia, 44 stati hanno approvato una dichiarazione politica a sostegno della creazione di un tribunale speciale per i crimini della Russia. Il documento è stato pubblicato sul sito web del governo dei Paesi Bassi, secondo Ukrinform. “Ribadiamo la forte condanna, espressa nella Dichiarazione, degli atti di aggressione in corso da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina; questi atti, compresa la tentata annessione illegale di regioni dell’Ucraina, costituiscono palesi violazioni della Carta delle Nazioni Unite, in particolare il divieto dell’uso della forza, costituiscono violazioni del diritto internazionale che implicano la responsabilità statale della Federazione Russa, minacciano la pace internazionale e la sicurezza, mettono in discussione il rispetto dell’ordine internazionale basato su regole e minano i valori democratici”, si legge nel documento. I paesi hanno chiesto di rafforzare gli sforzi congiunti per garantire un’indagine adeguata sui crimini russi commessi nella guerra contro l’Ucraina e per ritenere la Russia responsabile di tutte le violazioni del diritto internazionale. I paesi hanno inoltre accolto con favore le iniziative volte a utilizzare i beni russi congelati a beneficio dell’Ucraina e hanno accolto con favore l’offerta dei Paesi Bassi di ospitare un meccanismo di compensazione. La dichiarazione è stata firmata dai rappresentanti dei governi di Albania, Andorra, Australia, Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Canada, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Monaco, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Come riportato da Ukrinform, i Paesi Bassi stanzieranno 10 milioni di euro per sostenere le indagini sui crimini di guerra e il lavoro dei pubblici ministeri ucraini.
Putin progetta una guerra di logoramento – Bloomberg
Sebbene la Russia non abbia le risorse per una svolta decisiva e l’Ucraina abbia difficoltà con le forniture di armi, nessuna delle due parti ha la capacità di costringere l’altra a porre fine allo scontro, scrive l’agenzia. Secondo gli esperti intervistati da Bloomberg, agli occupanti mancano armi di precisione e uomini per una vera svolta. Inoltre, riscontrano problemi nelle capacità di comunicazione. “Non credo nella possibilità di catturare Kharkov. Il Cremlino non ha abbastanza forze per un simile compito e la città è troppo grande”, dice uno degli esperti. Allo stesso tempo, anche l’Ucraina ha problemi: persone e munizioni. “Non essendo riuscite a ottenere una svolta nella controffensiva dello scorso anno, le forze ucraine sono ora alle prese con una carenza di munizioni sempre più grave”, ha affermato l’agenzia.
”La Russia si sta preparando a mobilitare altri 300mila soldati entro il primo giugno” da inviare in Ucraina, dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso di una conferenza stampa congiunta con il suo omologo finlandese Alexander Stubb a Kiev. ”Al momento non posso confermare quante persone sono mobilitate in Ucraina”, ha aggiunto Zelensky, secondo il quale ”non è necessario mobilitare 500mila persone”, come aveva proposto il suo ex capo di Stato Maggiore, il generale Valery Zaluzhny. (fonte: Adnkronos)
Nel contempo anche Zelensky promulga la legge per aumentare il numero di soldati da mobilitare al fronte abbassando il limite da 27 a 25 anni.
La guerra dei Droni
Continua la battaglia a distanza tra i due eserciti che colpiscono vicendevolmente (la Russia anche con i missili) strutture energetiche e petrolifere. Da qualche giorno circola la notizia che gli ucraini hanno creato droni in grado di raggiungere una distanza di 1800 km. La Russia colpisce indiscrinatamente, con razzi Kinzhal (razzi antinave) palazzi e strutture civili. Resta aperta ogni opzione allo stato attuale ma, se la Russia dovesse sfondare sul fronte nord orientale potrebbe crearsi una nuova crisi umanitaria (scenario al vaglio delle organizzazioni come croce rossa ed emergency).