Il torrente Solofrana, in cui si immettono le acque provenienti dalle industrie conciarie di Solofra, presenta da anni frequenti episodi sintomatici di un elevato inquinamento ambientale, come esalazioni nauseabonde, anomale colorazioni delle acque e presenza di schiume. L’impianto di depurazione di via Carpisani, destinato al trattamento delle acque reflue del polo conciario, è parte del complesso depurativo Alto Sarno di proprietà della Regione Campania.
Nell’ambito di una generale riorganizzazione del servizio idrico integrato cittadino, la Giunta comunale di Solofra è intenzionata a intraprendere un percorso affinché l’impianto sia affidato, previo ammodernamento, a una società mista di proprietà comunale per il 51 per cento e con il restante 49 per cento di capitale privato. L’affidamento dell’impianto di depurazione di Solofra a un consorzio di imprenditori conciari, ossia ai produttori delle acque reflue trattate dal depuratore, oltre a ripristinare di fatto la situazione antecedente alla fase commissariale (quando la depurazione era interamente gestita in ambito cittadino), sembra inoltre presentare profili di attrito con la disciplina in materia di conflitto di interessi.
Per queste ragioni insieme al mio collega Vincenzo Ciampi abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere alla giunta regionale se abbia effettivamente avviato con l’amministrazione di Solofra un iter condiviso per l’affidamento della gestione del depuratore cittadino a una società mista con la partecipazione di un consorzio di imprenditori conciari. Riteniamo inoltre necessario ottenere chiarimenti sulla fattibilità e sulla compatibilità di tale soluzione con la normativa nazionale ed eurounitaria.