di Guido Santangelo – Parliamo di un bambino con tanti sogni, voglia di imparare e pieno di gioia, ma senza soldi perché la vera ricchezza era quella che aveva dentro. Le scarpe nuove erano un lusso, ma gli abbracci scaldavano il cuore e facevano volare la fantasia. L’infanzia di una volta era molto divertente e diversa da quella di oggi, si perché si socializzava molto facilmente e si apprezzavano molto le piccole possibilità e occasioni che la vita regalava. Le famiglie erano un patrimonio importante non solo per i bambini e i propri figli, ma di tutti e rappresentavano un valore sociale essenziale.
Giravano meno soldi, ma tutti si sentivano più ricchi perché ci si voleva bene ed era bellissimo condividere con gli altri i momenti della giornata. Si badava all’ essenziale e non al superfluo, ma c’era una parola che si sentiva spesso, ubbidire. Si guardava pochissimo la TV perché si era troppo impegnati a giocare e stare insieme, che bello confrontarsi e giocare. C’erano due prerogative che accomunavano tutti ed erano la base di una la civile convivenza, ovvero l’ educazione ed il rispetto reciproco. I giochi erano semplici, ma che coinvolgevano tutti e finivano sempre senza né vincitori né vinti, l’importante era stare insieme e soddisfare le esigenze e le aspettative di tutti. Alcuni ricordi non servono per ricordare, ma sono essenziali per capire e meditare sugli errori e le cattive abitudini che sono presenti nella società attuale. I ricordi fanno apprezzare la fortuna di aver vissuto un periodo storico culturale e sociale che era capace di insegnare i valori della vita ben saldi nel presente, ma costruiti su tradizioni e costumi importanti.
Si costruiscono così veri uomini, con basi solide e in grado di vivere in una società ricca di storia e di valori umani, all’insegna della solidarietà e del rispetto. Personalmente parlare di questi ricordi è come parlare di eccellenze del territorio Cilentano, perché è giusto dare importanza a delle persone e comportamenti che hanno fatto la storia del Cilento e della civiltà contadina. Bisogna essere orgogliosi di essere partecipi e testimoni di una grande cultura ed essere capaci di farla conoscere.
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