La Cop 28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con i suoi 198 delegati, ha finalmente approvato l’accordo del Global Stocktake che comprende le azioni per la riduzione delle emissioni dei gas serra, al fine di fronteggiare l’attuale emergenza climatica.
La nuova bozza presentata in data 13 dicembre 2023 a Dubai, non contiene più la precedente dicitura “phase out” che implicava l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, ma riporta di “transitare fuori dai combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico”.
L’obiettivo è quello di raggiungere entro il 2050 questo importante scopo, con una previsione di un picco massimo di emissioni di carbonio fra poco più di un anno, quindi nel 2025.
Il testo riporta anche la richiesta di triplicare la capacità delle energie rinnovabili raddoppiando il tasso medio di miglioramento a livello mondiale entro il 2030.
Il Ministro per l’ambiente Gilberto Picchetto, si ritiene soddisfatto dell’accordo raggiunto, e durante una conferenza stampa ha affermato: “loro sanno bene che una delle battaglie che abbiamo sempre portato avanti è quella di non mettere in discussione il2050, anzi vogliamo arrivare prima del 2050 alla decarbonizzazione, ma la transizione va governata e deve avere un equilibrio, e devo dire che nel documento Cop 28 traspare questo equilibrio con uno sforzo di mettere d’accordo i più ambiziosi e i meno ambiziosi”.
Secondo Stefano Ciafani, il presidente nazionale di Legambiente, questo rappresenta solo un timido passo in avanti in quanto è mancato un serio impegno per la finanza climatica in aiuto e in sostegno ai paesi più poveri e con più difficoltà. I Paesi devono quindi mostrare e dimostrare azioni precise e finalizzate al raggiungimento di tutti gli obiettivi, e questo viene esplicato in un punto del testo.
Il responsabile dell’ufficio di Legambiente, Mauro Albrizio, ha stimato di raggiungere “almeno il 50% di rinnovabili e almeno il 20% di efficienza energetica per ridurre le emissioni del 65%entro il 2030, e così facendo arrivare alla fuoriuscita del gas fossile entro il 2035 (per raggiungere il 100% da rinnovabili nel settore elettrico) e dal petrolio nel 2040, e quindi raggiungere la neutralità climatica prima del 2050”.
Anche Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, si dimostra essere soddisfatto di quanto raggiunto dichiarando sui social che la Cop24 è riuscita a “produrre per la prima volta una serie di dichiarazioni e impegni globali, ed è stata in grado di raccogliere 85 miliardi di dollari per avviare una nuova era di azione globale per il clima”.
Pare quindi che questo impegno a livello globale possa finalmente stabilire dei passi per raggiungere l’equilibrio climatico che purtroppo è stato per molto tempo distrutto dalla non curanza dell’essere umano. Quest’anno è infatti risultato essere quello più caldo, e piuttosto le previsioni fino ad oggi, non sono di certo migliori, stimando il raggiungimento di un aumento ulteriore di 1.5 gradi centigradi entro il 2030.
Per alcuni il Cop28 si è trattato di un accordo storico, per altri solo di un compromesso. Le organizzazioni ambientaliste lo definiscono un miglioramento e un riconoscimento collettivo, senza ritenersi troppo sodisfatti, chiedono infatti che sia presente più ambizione al fine di eliminare in tempi più brevi tutti i combustibili fossili. In ogni caso si spera e si confida che l’imminente collasso climatico possa essere evitato con l’accordo appena raggiunto, in modo che ogni singolo paese del mondo possa mettersi all’opera attuando azioni concrete per fronteggiare e quindi migliorare quella che è, allo stato attuale, una vera e propria emergenza climatica.