La scoperta di una persona deceduta in casa, soprattutto per cause naturali, è sempre un momento difficile. Questa sembrerebbe, quella di un umo trovato morto a 65 anni a Teggiano, per cause naturali, ma in solitudine. Solo dopo qualche giorno dalla morte, vicini e parenti si sarebbero accorti della sua assenza. Il fenomeno dei morti per solitudine è molto comune nel mondo. E’ il Giappne a detenere il triste record: i morti per solitudine sono noti come “Kodokushi”, una triste realtà che può avere impatti significativi sulla società. La solitudine, soprattutto tra gli anziani, può portare a situazioni in cui le persone muoiono da sole nelle proprie case, senza che nessuno se ne accorga per un certo periodo di tempo. I nipponici si sono attrezzati con aziende specializzate nel trattamento di queste situazioni, queste ditte svolgono un ruolo importante nella pulizia, nella chiusura e nella disinfestazione degli appartamenti, fornendo un servizio necessario quando non ci sono familiari o amici disponibili per occuparsene.
La predominanza di casi riguardanti uomini rispetto alle donne potrebbe riflettere diverse dinamiche sociali e comportamentali. Le donne, secondo quanto riportato dalle statistiche giapponesi, sembrano essere più abili nell’integrarsi nella comunità, il che potrebbe contribuire a ridurre il rischio di isolamento estremo. Queste storie evidenziano la necessità di affrontare il problema della solitudine, soprattutto tra gli anziani, e di promuovere connessioni sociali più forti e una maggiore consapevolezza della salute mentale.
La questione delle morti in solitudine, o morti da soli e non scoperti per un certo periodo di tempo, è un problema che si verifica in varie parti del mondo, compresa l’Italia. Tuttavia, le informazioni specifiche sul numero di casi possono essere difficili da ottenere, poiché spesso tali situazioni vengono scoperte solo quando le autorità o i servizi sociali vengono avvisati o quando diventano evidenti per vicini di casa o altri.