Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, grazie alle sue vaste dimensioni – ben 181.000 ettari – è fra le aree della penisola italiana più ricche in termini di biodiversità. Il suo territorio, infatti, che, dalla catena montuosa degli Appennini Campani e Lucani arriva a lambire le coste del Mar Tirreno, ospita habitat naturali molto variegati, ideali per la prolificazione di diverse specie animali e vegetali. Tra gli animali più curiosi del Parco, c’è la Rosalia Alpina, un insetto ritenuto comunemente uno dei più belli di tutto il continente europeo. La Rosalia Alpina è un coleottero piuttosto raro, appartenente alla famiglia dei Cerambycidi, caratterizzato da una livrea vellutata dalle caratteristiche uniche: gli esemplari adulti, infatti, hanno un corpo di colore grigio – blu, puntellato di macchie nere contornate da una sottile linea bianca. Ogni elitra presenta normalmente tre macchie, la cui disposizione varia da individuo a individuo, consentendone, così, l’esatta identificazione.
L’animale, in età adulta, può raggiunge una lunghezza di 40 mm e possiede due antenne molto lunghe, caratterizzate da folti ciuffi di peli neri.
L’habitat ideale della Rosalia Alpina è quello tipico dell’Appennino ed è costituito da foreste montane, popolate da faggi maturi (Fagus sylvatica). L’altitudine massima a cui si spinge il coleottero è di 1600 m, ma è facile rinvenire colonie di quest’insetto anche all’interno di faggete posizionate a quote più basse (600 m). Molto raramente, esemplari di questo insetto vivono anche sui tronchi morti o sui ceppi in decomposizione di castagni, tigli e aceri.
La Rosalia Alpina è un coleottero protetto, molto apprezzato come indicatore biologico dello stato di salute delle faggete in cui vive, e ha un ciclo vitale della durata di tre – quattro anni.
Il sesso di questo insetto è facilmente riconoscibile: le femmine hanno delle antenne appena più lunghe del corpo e un dente molto pronunciato sulle mandibole; gli esemplari maschi, invece, hanno delle antenne lunghe quasi il doppio del loro corpo e non hanno questo dente.
All’inizio dell’estate, le larve che sono giunte a maturità, iniziano immediatamente la fase riproduttiva, che vede gli esemplare maschi combattere fra loro prima di accoppiarsi con le femmine. Una volta avvenuto l’accoppiamento, la femmina del coleottero si dedica alla ricerca di piccole cavità, all’interno della corteccia degli alberi, per rilasciare le uova.
La Rosalia alpina è un insetto attivo prevalentemente durante il giorno e che si alimenta della linfa prodotta dalle ferite dei tronchi di albero più vecchi.
In conclusione, alcune curiosità sull’insetto: il suo nome fuorviante, che riconduce a contesti alpini, fu scelto nel 1758 dallo studioso Linnaeus in riferimento al primo esemplare di Rosalia Alpina mai scoperto. Johann Jakob Scheuchzer, infatti, il 12 luglio del 1703, notò per primo questo particolare animale nella valle svizzera della Tamina. Da quel momento, questo insetto, a causa della sua rara bellezza, è divenuto uno dei più ambiti dai collezionisti, nonostante la specie sia protetta e la sua cattura sia vietata per legge.