Il 6 febbraio 2024 si celebra la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), una pratica dannosa che influisce negativamente sulla salute, sui diritti e sul benessere delle donne e delle ragazze a cui viene praticata in tutte le parti del mondo. Questa giornata offre un’opportunità per riflettere sui progressi compiuti e sulle sfide che ancora persistono nella lotta contro le MGF. Le MGF comprendono tutti i procedimenti che coinvolgono l’alterazione o il danno agli organi genitali femminili per motivi non medici e sono riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze: tradizioni ed usi che decisamente obsoleti e fuori luogo.
Una delle pratiche di mutilazione genitale femminile è l’infibulazione
L’infibulazione è una forma estrema di mutilazione genitale femminile (MGF) che comporta la rimozione parziale o totale degli organi genitali esterni femminili e la suturazione o il restringimento dell’apertura vaginale. Questa pratica viene effettuata con l’intento di controllare la sessualità delle donne, basandosi su tradizioni, norme sociali e spesso su convinzioni errate riguardanti la purezza, la verginità e l’idoneità al matrimonio.
L’infibulazione ha conseguenze devastanti sulla salute fisica e psicologica delle donne e delle ragazze. Può causare dolore cronico, infezioni, problemi nel ciclo mestruale, complicazioni durante il parto, e aumentare il rischio di morte neonatale. Oltre agli impatti sulla salute, l’infibulazione limita fortemente la capacità delle donne di vivere una vita sessuale sana e soddisfacente.
In questa giornata, governi, organizzazioni internazionali, comunità e individui si uniscono per promuovere azioni volte a eliminare le MGF. Attraverso campagne di sensibilizzazione, educazione e collaborazione comunitaria, si cerca di modificare le percezioni culturali, fornire sostegno alle sopravvissute e garantire che le future generazioni di ragazze possano crescere libere da questa pratica.
Leggi in Italia contro l’infibulazione:
In Italia, l’infibulazione e le altre forme di mutilazione genitale femminile (MGF) sono considerate reati penalmente perseguibili. La legislazione italiana riconosce le MGF come pratiche lesive dei diritti umani fondamentali e della salute delle donne e delle ragazze. La legge che affronta specificamente questa questione è la Legge n. 7 del 9 gennaio 2006, “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”.
Questa legge rappresenta un importante passo avanti nella protezione delle donne e delle ragazze residenti in Italia, sia italiane che straniere, contro questa forma di violenza. Ecco alcuni punti chiave della legge:
- Divieto delle MGF: La legge proibisce ogni forma di mutilazione genitale femminile, indipendentemente dal consenso della persona interessata. Questo riflette il principio che tali pratiche sono violazioni dei diritti umani che non possono essere giustificate da consenso, tradizioni o qualsiasi altra ragione culturale o religiosa.
- Pene: Prevede pene severe per chi pratica o promuove le MGF, con la possibilità di pene detentive incrementate se la vittima è minorenne o se l’atto causa particolari conseguenze gravi.
- Prevenzione e sostegno: La legge stabilisce anche misure per la prevenzione delle MGF e il sostegno alle vittime, compresa l’educazione e la sensibilizzazione sulle conseguenze negative delle MGF. Promuove programmi di formazione per i professionisti della salute e altri operatori che possono entrare in contatto con potenziali vittime o praticanti di MGF.
- Cooperazione internazionale: Riconosce l’importanza della cooperazione internazionale per combattere le MGF e promuove la collaborazione con le organizzazioni e le autorità di altri paesi.
- Protezione delle vittime: La legge prevede misure di protezione e assistenza per le donne e le ragazze che hanno subito mutilazioni genitali, inclusa la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno per motivi speciali.
La Cisl da sempre con le donne
Il 6 febbraio ricorre la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili (MGF): una pratica disumana, violenta, che ancora colpisce e devasta, nel fisico e nella psiche, tantissime giovani donne. Secondo le stime dell’OMS, sono coinvolte oltre 200 milioni di ragazze, tra cui purtroppo moltissime bambine, prevalentemente dell’Africa, del Medio Oriente, dell’Asia, dell’America Latina e tra le comunità provenienti da queste regioni.
Si stima, inoltre che, sebbene illegale nell’UE, circa 600mila donne che vivono in Europa,~siano state vittime di questa pratica, e che altre 180mila sarebbero a rischio in 13 paesi comunitari, Italia compresa. Un quadro drammatico, connesso anche al fenomeno delle spose bambine, che ogni anno si alimenta di nuovi casi.
Di fronte al concreto rischio che le diverse dinamiche di destabilizzazione, aumento di povertà e disuguaglianza in atto in questi anni, possano far peggiorare questa piaga, la Cisl e l’Anolf riconfermano l’impegno a promuovere una cultura del rispetto e delle pari opportunità contro ogni forma di abuso e violenza.
Proseguiremo nel percorso a sostegno di azioni d’informazione e sensibilizzazione rivolte alle donne immigrate, insieme al rafforzamento e al potenziamento della nostra presenza in tutti gli ambiti territoriali e nei relativi presidi sanitari.
E’ una battaglia di civiltà e di umanità che non vogliamo e non possiamo perdere. Abbiamo bisogno di affermare e concretizzare il valore della solidarietà tra donne e uomini, come base di un’azione collettiva per il bene comune.