Il 70° anniversario delle trasmissioni televisive in Italia, celebrato il 3 gennaio 2024, segna un momento significativo nella storia culturale e sociale del paese. Iniziata il 3 gennaio 1954 dalla RAI, la televisione italiana ha svolto un ruolo fondamentale nel plasmare la società, influenzando la cultura, le tendenze, la moda e persino i valori sociali del paese. Il tubo catodico per eccellenza, fin dalla sua nascita, ha assunto un ruolo centrale nella vita quotidiana delle persone. Ha offerto un accesso senza precedenti all’informazione e all’intrattenimento, diventando una fonte primaria di notizie, opinioni e tendenze culturali. Con una vasta gamma di programmi che spaziavano da intrattenimento a educativi, da documentari a notizie, la televisione ha toccato ogni aspetto della vita italiana. Una curiosità: i primi video giornali, prima dell’avvento della tv, erano trasmessi (grazie e soprattutto all’Istituto Luce) nelle sale cinematografiche tra il primo ed il secondo (se non il terzo) tempo del film che veniva proiettato.
Naturalmente, prima dell’avvento della televisione, c’era la radio che trasmetteva in onde medie (e solo successivamente in FM) notizie, musica e spettacolo.
Un effetto notevole della televisione è stato il suo impatto sulla formazione dell’opinione pubblica. Attraverso programmi di attualità, dibattiti e trasmissioni politiche, ha influenzato significativamente le percezioni e le opinioni delle persone su temi di rilievo nazionale e internazionale. Inoltre, ha giocato un ruolo nel modellare l’identità culturale e nazionale, presentando programmi che riflettevano e celebravano la cultura e le tradizioni italiane, anche grazie a grandi autori.
Le prime prove di diffusione televisiva in Italia risalgono al 1934. Tuttavia, è nel 1949 che la televisione inizia a prendere forma con una trasmissione sperimentale dalla Triennale di Milano, presentata da Corrado. Il servizio televisivo regolare, gestito dalla RAI, ha avuto inizio solo il 3 gennaio 1954, inizialmente in bianco e nero. Il segnale televisivo si diffuse su tutto il territorio nazionale nel 1956, ma all’epoca gli abbonati erano ancora relativamente pochi, circa 360.000, a causa dell’elevato costo degli apparecchi televisivi. Come in America, la diffusione della televisione in Italia crebbe rapidamente nei decenni successivi. Nei primi anni, la televisione era considerata un bene di lusso, accessibile solo a pochi. Di conseguenza, i bar e le case dei vicini divennero luoghi comuni per la visione collettiva di programmi televisivi. Programmi come “Il Musichiere” di Mario Riva e “Lascia o raddoppia?” di Mike Bongiorno divennero rapidamente popolari. Verso la fine degli anni ’50, la carta stampata iniziò a riconoscere l’importanza del nuovo mezzo di comunicazione. Ugo Buzzolan, autore del primo programma televisivo originale “La domenica di un fidanzato”, iniziò a tenere la prima rubrica di critica televisiva su “La Stampa” di Torino.
Con il progresso economico degli anni ’60, il televisore divenne un apparecchio sempre più diffuso, raggiungendo anche le classi sociali meno agiate. In risposta all’elevato tasso di analfabetismo in queste classi, la RAI lanciò il programma “Non è mai troppo tardi” (1959-1968), condotto dal maestro Alberto Manzi. Questo programma educativo fu pensato per insegnare le basi dell’istruzione elementare e si stima abbia aiutato quasi un milione e mezzo di adulti a conseguire la licenza elementare.
Questo periodo segna un punto di svolta nella storia della televisione italiana, non solo come mezzo di intrattenimento ma anche come strumento educativo e culturale. La televisione ha iniziato a svolgere un ruolo significativo nella formazione dell’opinione pubblica e nella diffusione della cultura e delle informazioni, contribuendo significativamente all’evoluzione della società italiana.
La televisione italiana ha anche contribuito a trasformare le abitudini sociali e familiari. Con l’aumento del numero di apparecchi televisivi nelle case, si sono modificate le dinamiche familiari, spesso riducendo il dialogo e l’interazione diretta a favore della visione condivisa di programmi e spettacoli.
Nonostante alcuni aspetti negativi, come la potenziale minaccia alla coesione familiare e il rischio di diffondere stereotipi e valori discutibili, la televisione ha anche offerto vantaggi significativi. Ha permesso alle persone di accedere a informazioni e conoscenze su scala globale, collegando gli italiani con eventi e culture di tutto il mondo.
Nel corso degli anni, la televisione è stata oggetto di critiche e analisi, con dibattiti sulla qualità dei contenuti, sull’impatto della pubblicità, sul ruolo dell’istruzione e sulla responsabilità sociale dei media. Tuttavia, il suo contributo alla storia culturale e sociale dell’Italia rimane ineguagliabile.