Il naufragio di Cutro, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, è stata una delle più gravi tragedie marittime nella storia recente dell’Italia. La barca, che trasportava migranti, si è spezzata a poche centinaia di metri dalla costa di Steccato di Cutro, causando la morte di numerosi passeggeri. Secondo le fonti, almeno 94 persone, incluse 35 bambini, hanno perso la vita in questa tragedia. La nave trasportava circa 200 migranti quando è affondata, e 81 persone sono sopravvissute.
Nel pomeriggio dello stesso 26 febbraio, mentre si chiarivano le enormi dimensioni della sciagura ma non le sue circostanze, giungeva in Calabria il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, visitato il luogo del naufragio, convocava una conferenza stampa nella Prefettura di Crotone.
In quella sede il ministro fece cenno ad una segnalazione pervenuta da Frontex troppo vaga per capire se fosse necessaria un’attività di soccorso e affermò che quanto era successo era conseguenza della “precarietà con cui era stata organizzata la traversata”, puntando il dito contro trafficanti e scafisti senza scrupoli che il Governo era impegnato a combattere. A ciò si erano aggiunte, secondo il ministro, le condizioni proibitive del mare che avevano impedito di raggiungere l’imbarcazione e di prestare eventuali soccorsi. Ciò, secondo Piantedosi, portava a concludere che l’unico modo per evitare il ripetersi di nuove tragedie era portare al mondo il messaggio che “non bisogna partire”. Poi, incalzato da domanda specifica del giornalista locale Bruno Palermo, il ministro dichiarava che neppure la disperazione giustificava la necessità di attraversare il mare, lasciando trasparire un’attribuzione di responsabilità agli stessi migranti che avevano preferito fuggire anziché lottare per il riscatto della propria terra.
Le dichiarazioni del ministro accesero polemiche infuocate. Nonostante le accuse di insensibilità e inumanità, il ministro rincarò la dose confermando il giorno dopo, mentre il numero delle vittime continuava a salire, che la disperazione non poteva “mai giustificare viaggi che mettono in pericolo i propri figli”.
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Le indagini successive hanno sollevato questioni sulla tempistica e l’efficacia del soccorso e hanno portato all’arresto di alcuni individui con l’accusa di traffico di migranti. Questo incidente ha suscitato reazioni di cordoglio sia a livello nazionale che internazionale, portando anche a modifiche nelle politiche sull’immigrazione e sulla lotta al traffico di esseri umani da parte del governo italiano.