25 novembre 2023, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (video) - www.cilentano.it
cronacaitalia

25 novembre 2023, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (video)

L’efferato omicidio di Giulia Cecchettin (la centoseiesima donna ammazzata nel 2023), avvenuto presumibilmente tra la notte dell’11 ed il 12 novembre 2023, ha toccato particolarmente l’opinione pubblica. “Un minuto di silenzio non basta più. Per Giulia Cecchettin e per tutte le 106 donne morte per mano di un uomo nel 2023, è arrivato il momento di fare rumore” hanno dichiarato i familiari della giovane. Da quel giorno il numero delle vittime è cresciuto ulteriormente; probabilmente non si fermerà mai. Il CNR ha comunicato che “in Italia sono oltre 12 milioni, pari a quasi il 51%, le donne tra i 18 e gli 84 anni che hanno riferito di essere state vittime almeno una volta, nel corso della propria vita, di un episodio di violenza fisica o psicologica ma di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto, sia perché l’atto non era perseguibile (nella metà dei casi) ma anche per perdono, vergogna, paura e sfiducia nel sistema giudiziario (a tergo il comunicato stampa integrale)”.

STOP ALLA VIOLENZA DI GENERE
STOP ALLA VIOLENZA DI GENERE

I dati evidenziano un problema serio e diffuso di violenza di genere in Italia. È preoccupante notare che molte donne che subiscono violenza, sia fisica che psicologica, scelgono di non denunciare l’accaduto per diverse ragioni, inclusa la mancanza di perseguibilità legale, il perdono, la vergogna, la paura e la sfiducia nel sistema giudiziario. La presenza di violenza psicologica, in particolare, è un aspetto importante da considerare, poiché può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere complessivo delle vittime. Le donne che subiscono violenza riportano livelli più elevati di stress, difficoltà nel sonno e una maggiore propensione all’isolamento, sottolineando l’urgente necessità di fornire sostegno psicologico e sociale a coloro che ne hanno bisogno.

NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

È altrettanto rilevante notare che la violenza fisica è perpetrata principalmente da familiari conviventi ed ex partner, mentre la violenza psicologica coinvolge spesso conoscenti, amici e partner. Questa varietà di contesti mette in luce la complessità del problema e la necessità di strategie di prevenzione e sensibilizzazione che coinvolgano diversi settori della società. Inoltre, il fatto che molte donne non denuncino gli episodi di violenza sottolinea la necessità di migliorare l’accesso alla giustizia, di combattere l’impunità degli aggressori e di creare un ambiente in cui le vittime si sentano sostenute e credute. Ridurre la vergogna e la paura associate alla denuncia può contribuire a incoraggiare più donne a cercare aiuto e a rompere il ciclo della violenza. Questa situazione richiede un approccio integrato che coinvolga il sistema giudiziario, i servizi sociali, le organizzazioni non governative e la società nel suo complesso per affrontare la violenza di genere, promuovere l’uguaglianza e creare un ambiente sicuro per tutte le donne.

È importante anche sensibilizzare la società sull’importanza di segnalare e denunciare casi di violenza di genere e di offrire supporto alle vittime. La violenza di genere è un problema sistemico che richiede un cambiamento culturale per eliminare le radici profonde di tale comportamento. E’ il il 1522, il numero nazionale antiviolenza e antistalking promosso nel 2006 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per le Pari Opportunità, quello da comporre in caso pericolo.

Stop violence against women
Stop violence against women

IL COMUNICATO STAMPA DEL CNR

I dati sulla violenza di genere in Italia – 24/11/2023

Attraverso lo studio IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs), l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche ha rilevato quanto siano diffuse nel nostro Paese esperienze legate ad episodi di violenza nella popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni. Sono oltre 12 milioni le donne che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica: di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto

Attraverso lo studio IPSAD® (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs), una ricerca campionaria ripetuta con cadenza triennale dal 2001, che ha visto nel 2022 la partecipazione di oltre 5.000 residenti in circa 100 comuni italiani, l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) ha rilevato quanto siano diffuse, nel nostro Paese, esperienze legate ad episodi di violenza nella popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni.

Lo studio è basato sulla definizione di “violenza” fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo la quale il termine si riferisce “all’utilizzo intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o effettivo, contro sé stessi, un’altra persona o contro un gruppo o una comunità, che comporta o ha una elevata probabilità di comportare lesioni, morte, danno psicologico, malformazioni o privazione” (OMS, 1996). Una definizione che mette in luce quanto tale tipologia di vissuto sia in grado di impattare significativamente sul benessere psicofisico della persona, sottolineando la necessità di approfondire e monitorare il fenomeno.

I dati emersi forniscono l’evidenza di un fenomeno particolarmente esteso e solo in parte “visibile”: sono, infatti, poco meno di 12milioni e 500mila (50,9%) le donne tra i 18 e gli 84 anni che hanno riferito di essere state vittime almeno una volta, nel corso della propria vita, di episodi di violenza psicologica e/o fisica, ma solo il 5% ha denunciato l’accaduto.

Oltre 2 milioni e mezzo le donne (10,1%) che nel corso del 2022 riferiscono di vivere attualmente situazioni di violenza psicologica, subendo atti di controllo da parte di persone vicine, denigrazione e umiliazioni; mente circa 12milioni (50,4%) hanno sperimentato questo tipo di violenze nel corso della propria vita. Tali atti vengono perpetrati soprattutto da conoscenti/amici (34,2%), da familiari conviventi (25,4%) e dal partner (25,1%).

Sono circa 80.000 (0,3%) le donne attualmente vittime di violenza fisica mentre poco meno di  2milioni (8,7%) hanno riferito di aver avuto nel corso della propria vita esperienza di persone vicine che sistematicamente e ripetutamente nel tempo, le “colpivano con forza o le trattenevano contro la loro volontà”. Gli autori di questi atti di violenza fisica sono soprattutto familiari conviventi (46,9%) ed ex partner (35,6%).

A subire episodi di violenza sono soprattutto donne con meno di 60 anni che hanno un livello di istruzione medio-alto, un lavoro e un reddito medio e che sono coniugate e conviventi con il partner e oltre la metà ha figli.

“Le donne che hanno subito nella propria vita episodi di violenza sia essa psicologica o fisica si caratterizzano per la presenza di uno stato di malessere generalizzato: dichiarano livelli più elevati di stress e/o difficoltà nel sonno, e una maggiore propensione all’isolamento”, commenta Sabrina Molinaro, ricercatrice di Cnr-Ifc responsabile dello studio. “Altro elemento interessante è proprio nella bassa percentuale di donne che riferisce di avere denunciato l’episodio, nonostante il forte impatto che tali violenze assumono nella gestione della quotidianità, quando non la dimensione di vero e proprio pericolo”, continua Molinaro. “Analizzando le motivazioni, il 50,3% afferma che l’atto non era perseguibile per legge; il 16,6% afferma di aver perdonato e/o giustificato il proprio aggressore; l’11,3% non voleva più pensare più all’accaduto; il 9,8% non ha denunciato per vergogna; il 7,1% per paura dell’aggressore, il 6,8% per sfiducia nel sistema giudiziario e il 6,6% per paura di non essere creduta. Dati, questi, che indicano chiaramente quanto sia importante diffondere la conoscenza del fenomeno e sensibilizzare la popolazione per contrastare le tendenze a normalizzare dal punto di vista culturale le esperienze legate alla violenza”.

renato leproux

Ha svolto un lavoro trentennale presso il Ministero della Difesa. Fin da bambino ha vissuto nel Cilento, da grande si e' imposto di divulgare la bellezza mozzafiato di questi luoghi intrisi di leggenda ed incorniciati dalla natura ancora selvaggia ed incontaminata.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Adblock rilevato

Considerate la possibilità di sostenerci disabilitando il blocco degli annunci.