di Antonella Casaburi – Il 21 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Poesia, fra le più alte espressioni dell’animo umano. La ricorrenza, istituita dall’UNESCO nel 1999, ricorda l’importanza nelle nostre vite della poesia. Vi propongo di rileggere una lirica che tutti conosciamo, e che ogni volta è struggente per la sua intensità.
L’infinito di Giacomo Leopardi
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e ‘l suon di lei. Così tra questa
infinità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Questa che vi propongo è il secondo manoscritto autografo di Giacomo Leopardi, conservato nel Museo dei manoscritti del Comune di Visso (Macerata).