L’attentato di via Fauro è un evento tragico avvenuto a Roma il 14 maggio 1993. Questo attentato dinamitardo, organizzato da Cosa Nostra, aveva come obiettivo principale il giornalista e conduttore televisivo Maurizio Costanzo. L’esplosione avvenne in via Fauro, nel quartiere Parioli di Roma, intorno alle 21:00.
Dettagli dell’attentato
- Obiettivo: Maurizio Costanzo
- Data: 14 maggio 1993
- Luogo: Via Fauro, Roma
- Ora: Circa alle 21:00
- Modalità: Bomba nascosta in una Fiat Uno parcheggiata lungo la strada
Svolgimento
Costanzo stava tornando a casa insieme alla moglie, Maria De Filippi, dopo aver registrato una puntata del “Maurizio Costanzo Show”. La bomba, contenente circa 90 kg di esplosivo, esplose mentre l’auto di Costanzo passava accanto alla Fiat Uno. Miracolosamente, Costanzo e la De Filippi riuscirono a sopravvivere all’attentato, riportando solo lievi ferite. Tuttavia, l’esplosione causò danni significativi alle auto parcheggiate e agli edifici circostanti e ferì 23 persone.
Contesto e motivazioni
L’attentato si inserisce in un periodo particolarmente difficile per l’Italia, segnato da una serie di attacchi mafiosi. La motivazione principale dietro l’attentato di via Fauro fu la vendetta della mafia contro Costanzo, che aveva spesso espresso posizioni molto critiche nei confronti di Cosa Nostra e del fenomeno mafioso nei suoi programmi televisivi. Inoltre, l’attentato faceva parte di una più ampia strategia della mafia per destabilizzare lo Stato italiano e indurre le istituzioni a fare concessioni.
Conseguenze
L’attentato di via Fauro fece parte di una serie di attacchi terroristici mafiosi che scossero l’Italia nel 1992 e 1993, compresi quelli di via dei Georgofili a Firenze, via Palestro a Milano e le bombe a Roma presso le chiese di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano. Questi eventi portarono a una reazione decisa dello Stato contro la mafia, con una intensificazione della lotta contro Cosa Nostra e l’arresto di numerosi boss mafiosi.
L’attentato di via Fauro resta una delle pagine più drammatiche della storia recente italiana e un simbolo della brutalità della mafia e della determinazione dello Stato e della società civile a combatterla.